Missioni Consolata - Dicembre 2002
41 APRILE 1998 CONSOLATA MI SS IONI 41 DICEMBRE 2002 CONSOLATA MI SS IONI RAFFREDDARE IL CONFLITTO PALESTINESE Nell’editoriale del 22 aprile il Wa- shington Post si rammaricava che gli Usa non possano attaccare a loro piacimento l’Iraq senza avere alle spalle il consenso di tutti gli arabi. Certamente per gli Stati Uniti è difficile dare, contemporaneamen- te, una «lezione» a due popoli ara- bi, quello palestinese e quello ira- cheno, senza creare tensioni irrepa- rabili tra le masse popolari di quei paesi arabi come Egitto, Arabia Saudita eGiordania, cosiddetti mo- derati solo perché asserviti agli in- teressi occidentali. Gli Usa non hanno nulla da offri- re se non un temporaneo raffred- damento del conflittomediorienta- le, giusto il tempo occorrente per una guerra che porti ad un cambia- mento di regime in Iraq. Una volta neutralizzato Saddam, potranno delegare nuovamente a Sharon, Netanyahu o Peres la soluzione del problema palestinese. La ricerca di alleati interni ed esterni all’Iraq, la scelta all’interno dell’inconsistente e litigiosa oppo- sizione irachena di una «testa di le- gno» che garantisca in futuro gli in- teressi nordamericani, la risistema- zione territoriale delMedioOriente e il consenso dell’opinione pubbli- ca americana e mondiale a questa nuova «operazione di polizia colo- niale», sono tutte questioni che gli Usa debbono definire prima del- l’intervento armato. Per mascherare una divisione del paese in tre piccoli stati più con- trollabili e più deboli economica- mente e militarmente, per il dopo- Saddam si prospetta una soluzione federalista, che permetta «alle etnie sciite, sunnite e kurde di vivere in- sieme senza la prevaricazione di una di esse, evitando però che l’au- tonomia si trasformi in indipen- denza, il che nel caso dei kurdi po- trebbe compromettere un aiutomi- litare turco», come spiega l’ex segretario di statoHenry Kissinger. In realtà si vuole evitare che in fu- turo l’Iraq possa tornare ad essere una potenza regionale concorren- ziale ed ostile ad Israele. Perciò tra gli aspiranti alla guida del futuro Iraq federale troviamo tale Al-Sha- rif Ali Bin Al-Hussein, parente del re di Giordania ed esponente ha- scemita . Ciò di quella monarchia che governò l’Iraq con una politica completamente subalterna agli in- teressi britannici sino al 14 luglio 1958, quando tutto il popolo ira- cheno insorse, fucilò la famiglia rea- le, linciò il ministroNuri Said (con- siderato più inglese degli inglesi) e proclamò la repubblica. LA «CROCIATA» MASS-MEDIATICA L’amministrazione Bush è divisa al suo interno fra coloro che inten- dono attaccare (infischiandosene dell’opinione degli alleati) e quanti ritengono che si debba ricercare il consenso più ampio, soprattutto fra i governi europei. Questi però, con- sapevoli della contrarietà alla guer- ra della maggioranza dell’opinione pubblica, si nascondono dietro una risoluzione dell’Onu che avalli l’in- tervento armato contro l’Iraq. Non esistendo al momento la prova del coinvolgimento iracheno negli eventi dell’11 settembre, né tantomeno un collegamento conAl Qaeda, per convincere l’opinione pubblica dell’urgente necessità del- la guerra contro l’Iraq, è iniziata unamartellante «crociatamass-me- diatica», consistente nella quotidia- na scoperta di fabbriche e depositi di sostanze chimiche, batteriologi- che e nucleari pronte per essere usate contro tutto l’Occidente. Il copione che si sta realizzando è quasi simile a quello che portò al- l’intervento della Nato in Jugosla- L’IRAQ? «UNA MINACCIA PARI A ZERO» I n un’intervista rilasciata il 19 agosto al giornalista William Rivers Pitt, Scott Ritter, fervente repubblicano ed elettore di Bush nelle ultime presidenziali, rivela e documenta che: 1 - nel 1998 l’Uscom aveva distrutto il 90-95% di tutto l’arsenale non con- venzionale dell’Iraq 2 - se l’Iraq producesse oggi armi nucleari o chimiche, avremmo prove in- confutabili 3 - contrariamente alle leggende che vengono ad arte propagate, non esiste alcuna prova che l’Iraq abbia lavorato sul vaiolo, sull’ebola o su un’altra ar- ma biologica 4 - coloro che avevano il dovere di eseguire la risoluzione 687 - per esem- pio, gli Usa - in realtà ne hanno violato i termini utilizzando il diritto di ac- cesso in Iraq per altri fini, come operazioni di spionaggio 5 - gli iracheni chiesero più volte all’ispettore Dick Spertzel di portare con sé la sofisticata strumentazione necessaria a verificare la presenza di agenti bio- logici; lui continuava a rispondere che non aveva nessuna voglia di eseguire indagini che avrebbero fornito agli iracheni motivi per dichiarare che non pos- siedono armi simili 6 - le continue affermazioni di Cheney, vicepresidente Usa, sulla capacità del- l’Iraq di costruire una bomba atomica in due anni sono speculazioni prive di fondamento. «Se io - conclude Scott Ritter - dovessi quantificare la minaccia rappresenta- ta dall’Iraq in termini di armi di distruzione di massa, direi che essa equivale a zero». Ce.A. QUANTI BARILI? La classifica dei paesi con le mag- giori riserve di petrolio (in miliardi di barili al gennaio 2002): Arabia Saudita 261,75 Iraq 112,50 Emirati Arabi 97,80 Kuwait 96,50 Iran 89,70 A distanza seguono Venezuela (77,69) e Russia (48,57). BILANCIO MILITARE DEGLI STATI UNITI - bilancio militare per il 2003 (*): 355,5 miliardi di dollari, con un in- cremento del 37% rispetto al 2002 - debito pubblico degli Usa: 6.280 miliardi di dollari al 16 nov. 2002 (*) ovvero stanziamenti pubblici per il Pentagono
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