Missioni Consolata - Dicembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 23 DICEMBRE 2002 Dobbiamo lasciare alle generazioni future la possibilità di vivere avendo le risorse fisiche, scientifiche e sociali necessarie. Pensa che un’espansione del li- bero mercato nei paesi in via di sviluppo, ad esempio la Ci- na, possa essere sostenibile per il pianeta terra? È necessario trovare un modello di sviluppo che non ricalchi il modello occidentale di crescita forsennata. Qualora Cina o India si sviluppassero sui nostri modelli consumistici, por- rebbero dei seri problemi di reperi- mento di risorse naturali. Non va comunque dimenticato come il progresso tecnologico possa aiuta- re i paesi del Sud a raggiungere uno sviluppo sostenibile, che dia cioè a tutti la possibilità di una vita digni- tosa senza distruggere la terra. Que- sto significa non imitare il modello di vita nordamericano e nemmeno quel- lo europeo. Ad esempio, se i cinesi non potranno vivere in maniera «insostenibile» co- me gli italiani, non significa che do- vranno vivere in maniera peggiore. Come interpretare il problema demografico alla luce del fatto che un nordamericano consu- ma, ad esempio, come 1.200 ruandesi? È vero, siamo in tanti e una parte di noi consuma troppo. Se tutti consu- massimo in maniera eguale e se non si fermasse il boom demografico, la situazione diverrebbe insostenibile. Bisogna però sottolineare che, di nor- ma, ad un aumento del tenore di vi- ta corrisponde una diminuzione del- la crescita demografica. Questo gra- zie all’utilizzo di tecniche sanitarie migliori, degli anticoncezionali e ad uno stile di vita diverso. Come concretizzare il concetto di sviluppo sostenibile nei paesi ricchi? È assolutamente possibile ridurre l’impronta ecologica, anche senza produrre un peggioramento della qualità della vita. Bisogna iniziare a separare il concetto di sviluppo da quello del consumo di risorse. Inoltre, non è più possibile sostene- re un sistema dove il reddito ed il la- voro siano legati ad un aumento dei consumi. Ci sono alcuni aspetti sui quali si può agire. Il più importante è quello dei consumi energetici, sulla loro qualità e quantità. Questo è il nodo princi- pale dell’umanità: bisogna uscire dal- l’era dei combustibili fossili e paral- lelamente consumare meno. Lo stesso vale per la produzione mate- riale: alcuni comparti dell’industria stanno cominciando a produrre beni con un minor utilizzo di materia. Per altri la situazione è diversa. Per esem- pio, nell’industria alimentare è ancora eccessivo l’utilizzo dell’imballaggio, tra l’altro quasi sempre non riciclabile. Tuttavia, il problema di fondo rima- ne la ricerca di stili di vita più sobri. Per raggiungere una « sobrietà felice » è ipotizzabile, ad esempio, la sosti- tuzione della vendita di beni mate- riali con quella di servizi. Questo non significa che vivremo peggio; vivremo solamente in un modo diverso. Un caso concreto: immaginiamo un condomino dove ogni famiglia pos- siede il proprio aspirapolvere. Si po- trebbe appaltare il lavoro di pulizia ad una ditta che farebbe lo stesso la- voro, ma con molto meno apparecchi e dunque meno consumo di risorse. Perché il cittadino ha difficoltà ad accettare i temi ambientali? La vita di oggi è troppo forsennata. L’attenzione verso l’ambiente arriverà anche da una maggiore calma nella nostra quotidianità. Per raggiungere questo obiettivo, le istituzioni do- vranno offrire dei servizi migliori, an- che con l’aiuto delle Ong. D’altra parte, è vero che, purtroppo, esistono paesi in cui la cultura am- bientale non è ancora penetrata. Per queste ragioni la nostra provincia aiuta le scuole, le industrie ed i sin- goli cittadini ad avere una maggiore sensibilità nei temi ambientali come dimostra la campagna sui rifiuti dei mesi passati (cfr. Missioni Consola- ta, settembre 2002) . Un commento sulla politica ambientale italiana. In generale l’Italia è sempre stata in ritardo nelle politiche ambientali. In particolare, il governo Berlusconi, al- dilà delle sue generiche affermazio- «Non è possibile teorizzare la crescita infinita» «Scontiamo un’ ignoranza della logica complessiva del creato»

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