Missioni Consolata - Dicembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 22 DICEMBRE 2002 «L’uomo non deve sostituirsi a Dio»: sono le parole del papa nei giorni antecedenti il summit di Johannesburg. Un commento. Non conosco esattamente il contesto nel quale si è espresso il papa. Immagino intendesse il rischio nel produrre modificazioni permanenti degli ecosistemi terrestri. Un’interfe- renza umana forte nel mondo ani- mato ed inanimato sconta un’igno- ranza della logica complessiva del creato e può creare disastri, cosa che per altro stiamo vedendo in maniera abbastanza precisa. Questa è la mia interpretazione. Non dimentichiamo che, quando si parla di sviluppo so- stenibile, non si intende soltanto l’ambiente in senso fisico, ma anche sociale e, quindi, delle modifiche che danneggiano gli ecosistemi e le loro popolazioni: pensiamo ai processi di desertificazione in Africa, agli inter- venti umani che hanno prodotto di- struzioni gigantesche, alle monocol- ture. Tutto questo produce disastri ambientali e in definitiva povertà delle popolazioni. Il papa ci ricorda perciò il nostro do- vere di aiutare lo sviluppo, senza ca- dere nello sfruttamento. Un monito quindi: l’economia non in- terferisca con il creato e non produ- ca disastri sociali. Il pianeta sta meglio o peggio dopo la conferenza di Johanne- sburg? È molto difficile rispondere a questa domanda. Questi grandi summit han- no l’indubbio vantaggio di sensibiliz- zare le opinioni pubbliche e possono, quindi, far muovere le coscienze a tutti i livelli: dal singolo cittadino al capo di un governo. Inoltre, dopo Rio (1992), 600 enti locali hanno deci- so di attuare la Local Action 21, ov- vero l’Agenda 21 a livello locale. Questi enti si impegneranno a realiz- zare nei prossimi 10 anni le politiche di sostenibilità teorizzate dal 1992 ad oggi. In questo senso la provincia di Torino ha già iniziato l’attuazione dei piani d’azione con la destinazio- ne di circa 12,5 milioni di euro al Fo- rum dell’Agenda 21, in modo da di- mostrare che impegnarsi a progetta- re per poi attuare serve. E porta a risultati. Parallelamente bisogna ammettere che, a differenza delle Ong e di mol- tissimi enti locali, è mancata la buo- na volontà da parte dei governi cen- trali e gli impegni presi a Johanne- sburg sono stati molto modesti. A Johannesburg è stato final- mente messo in discussione il concetto di crescita quantitati- va, ovvero l’idea dell’aumento continuo del PIL? Non è possibile teorizzare la crescita infinita. Probabilmente, nella storia dell’umanità, la crescita continua di beni materiali è solo un momento. a cura di Silvia Battaglia e Maurizio Pagliassotti Mercedes Bresso (presidente Provincia di Torino) Se i paesi del Sud adottassero i modelli consumistici del Nord, la terra non potrebbe sopportarlo. Per uno sviluppo sostenibile non basta il progresso tecnologico. Occorre che i paesi ricchi scelgano uno stile di vita più sobrio. Anche perché la sobrietà può essere felice. Torino / Incontro con JOHANNESBURG NON È PORTO ALEGRE

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