Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2002
cattolici dobbiamo gridare e anco- ra gridare che non è giusto, non è corretto perché è contro la legge, contro la natura, contro l’uomo. Dobbiamo ricordare ciò che anni fa lo stesso Kenyatta, il padre della patria, disse: “La chiesa è la co- scienza del popolo”». Comportandovi così, voi rischiate di farvi nemici potenti e pericolosi. Proprio da poco c’è stato l’anniver- sario dell’uccisione di padre Antony Kaiser... Mons. Kihara : «Certo, è così. Pa- dre Anthony morì per aver affron- tato questi problemi. Anche noi dobbiamo essere pronti a una simi- le eventualità». LE RELIGIONI Parliamo dei rapporti con le altre religioni. Mons. Ravasi : «Parlando delle al- tre religioni, c’è innanzitutto il rap- porto con il vasto mondo che segue le religioni tradizionali. Sono tutte persone profondamente legate alle loro tradizioni, ma al tempo stesso aperte al messaggio evangelico. Mancano solo i mezzi per raggiun- gerle, specialmente quelle apparte- nenti a minoranze abbandonate. Per quanto rigurda le altre reli- gioni cristiane, c’è stato un cambia- mento radicale di attitudine. Da u- na quasi inimicizia tra la chiesa cat- tolica e le chiese protestanti (chiamiamole così, anche se è una definizione non corretta) siamo og- gi su una buona strada. Ricordo che mons. Cavallera, mio predecessore, faticò molto ad entrare nel nord (in quelle che sono ora le diocesi di Marsabit e Maralal), perché c’era la presenza massiccia degli anglicani, favoriti dal governo coloniale ingle- se. Poi venne il Vaticano II che smus- sò un po’ questo clima di inimicizie. In questo momento c’è una atmo- sfera di reciproco rispetto con un tentativo di collaborare su pro- grammi comuni, dove non c’è un e- lemento proprio di una chiesa. Per esempio, abbiamo collaborazioni nel campo dell’istruzione e della sa- nità. Penso che non siamo ancora al vero ecumenismo, ma questa è la strada giusta». Ci rimane da dire dell’islam... Mons. Ravasi : «Qui il discorso è MISSIONI CONSOLATA 96 OTT/NOV. 2002 SPECIALE KENYA Dall’alto: il presidente Moi; l’ex vice, George Saitoti, candidato alle elezioni; il prof. Yash Pal Ghai. Sotto: scena di violenza.
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