Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 95 OTT/NOV. 2002 SPECIALE KENYA isolamento, restano sempre più in- dietro». Come in tutti i paesi del Sud del mondo, anche in Kenya ci sono due tipi di arrivi dal Nord del mondo: chi viene per aiutare e chi per interesse... Mons. Pante : «Quelli che vengo- no ad aiutare sono i missionari e i volontari delle Ong, mentre le so- cietà cercano i loro interessi. Il paese non ha ricchezze nel sot- tosuolo e, a ben guardare, ciò è pro- babilmente una fortuna. Altrimen- ti, ci sarebbero le guerre per il pe- trolio, per i diamanti o per altro ancora, come avviene in altri paesi a noi vicini. Ci sarebbe la risorsa del turismo. Il Kenya è un paese bello e variega- to: c’è il deserto, la savana, le spiag- gie, i parchi. Purtroppo, le società legate al turismo vengono qui, ma i soldi normalmente tornano in Italia o negli altri paesi ricchi. Comunque, in questi ultimi anni c’è stata meno gente che è venuta ad investire in Kenya, a causa di quell’incertezza politica di cui han- no parlato i miei confratelli». L’AMBIENTE Si è appena chiuso il Summit di Johannesburg sullo sviluppo sosteni- bile. Come tutti i paesi africani, an- che il Kenya deve affrontare un e- norme problema ambientale: inqui- namento, deforestazione, mancanza di piogge. Com’è la situazione? Mons. Pante : «Soltanto un quar- to del Kenya è adatto all’agricoltu- ra. I restanti tre quarti sono savana, che vanno bene per la pastorizia. Così ci sono zone molto popolate al centro del paese. Dove sono io, si lotta anche per pochi metri di terra coltivabile. Il taglio delle foreste è pazzesco: ormai ne sono rimaste pochissime. C’è una professoressa kikuyu che si batte contro tutto questo. Si chiama W ANGARI M ATHAI e appartiene al “Green Belt Movement”, ma pur- troppo la mettono sempre in pri- gione... La gente cresce, ha bisogno di ter- ra e abbatte le foreste...». Dunque, è un problema di igno- ranza e povertà... Mons. Pante : «Sì, ma anche di corruzione. In Kenya, se tu paghi le bustarelle, scavalchi tutte le leggi. E non c’è soltanto il problema delle foreste. I fiumi sono pochissimi e l’inquinamento dell’acqua peggio- ra la situazione. ANairobi le macchine sono tutte fuori legge: rilasciano nell’atmosfe- ra fumi pazzeschi... Ciò avviene nel- la capitale, ma anche nelle piccole città, inquinate al massimo. Insom- ma, il problema dell’ambiente è molto serio». Possiamo dire che la terra è in ma- no a latifondisti, piuttosto che a pic- coli proprietari? Mons. Pante : «Certo, c’è poca gente che ha molta terra e chi non ne ha affatto. L’interesse privato prevale sul benessere comune. I ric- chi si accaparrano la terra per inve- stire, per fare palazzine... Anche nella nostra zona, dei sam- buru è così. Una volta la terra era proprietà degli anziani, oggi è pri- vata. Si vedono fili spinati e recin- zioni per ogni dove». Questo è legale? Mons. Mukobo : «: «Beh... Il mi- nistero addetto alla terra c’è, ma il presidente può venire qui e dire io ho regalato questa terra a queste persone perché sono del mio parti- to. È così che i politici guadagnano potere...». LA CORRUZIONE Cosa può fare un vescovo di fronte al problema della corruzione? Mons. Kihara : «Come vescovi «Il taglio delle foreste è pazzesco: ormai ne sono rimaste pochissime». «I pochi che hanno il potere fanno quello che vogliono, perché il denaro è al di sopra della legge». «Le statistiche sono drammatiche: ogni giorno 700 persone muoiono di Aids». Mons. Virgilio Pante Mons. Peter Kihara

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