Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2002
MISSIONI CONSOLATA 94 OTT/NOV. 2002 SPECIALE KENYA selvaggio. In pratica, funziona così: i pochi che hanno il potere fanno quello che vogliono, perché il de- naro è al di sopra della legge. Oggi si privatizza tutto, dalle scuole agli ospedali. Le strutture private pren- dono sempre più piede, mentre quelle pubbliche sono un disastro. Ma per i poveracci (che sono la stra- grande maggioranza) non c’è alter- nativa, perché non possono per- mettersi di andare nella clinica o nella scuola privata. Faccio un esempio, che vedo nel- la mia diocesi di Maralal. Qui un maestro deve lasciare il villaggio do- ve lavora per andare a ritirare la pa- ga e per questo perde almeno una settimana. In questo modo i ragaz- zi perdono molto tempo prezioso. Quindi, i bambini samburu , già molto svantaggiati a causa del loro L’ECONOMIA Si dice che globalizzazione sia l’u- nica ideologia del mondo odierno. Quasi una religione che indica l’uni- ca strada possibile per il benessere dell’uomo. Che ne dite voi, vescovi in un paese del Sud del mondo? Mons. Mukobo : «La globalizza- zione deve rispettare l’individuo e l’economia locale. Faccio un esem- pio concreto: a Nairobi, dove io so- no vescovo ausiliare, si continuano ad aprire nuovi supermercati, che però costringono alla chiusura i pic- coli negozi gestiti da gente modesta. Anche questo è un modo per arric- chire chi è già ricco e impoverire chi è già povero. Io non nego la possi- bilità di fare profitto, ma prima di tutto guardo alla salvaguardia della persona. Con gli africani non funziona né un capitalismo all’americana né la ricetta socialista. Credo che occor- ra guardare ad esperienze che me- coscolino pubblico e privato, come fece Nyerere in Tanzania». Mons. Pante : «Purtroppo, anche in Kenya è arrivato un tipo di capi- talismo all’americana, cioè molto caricato, il professor Y ASH P AL G HAI , dice che non ce la farà a com- pletarla per dicembre, quando so- no previste le elezioni». Quindi, si voterà ancora secondo la vecchia costituzione che favorisce il Kanu, il partito al potere? Mons. Ravasi : «Non si sa. Si pre- vede uno scontro molto forte che può anche sfociare in violenza. L’unica cosa certa è che la popo- lazione è stanca di questo potere corrotto, che per anni ha sfruttato il paese. Veramente è difficile capire come faccia a sopravvivere la mag- gioranza dei kenyani...». La chiesa ha preso posizione anche contro la volontà del presidente Moi di imporre il proprio candidato... Mons. Kihara : «Moi è furbissi- mo. Vuole UhuruKenyatta, figlio di Jomo Kenyatta, per attrarre i kikuyu , che in grande maggioranza (lo so perché anch’io sono kikuyu ) sono contro di lui. E soprattutto lo vuole per continuare a reggere il paese: alla guida apparirebbe un Kenyatta, ma dietro le quinte sa- rebbe lui a manovrare. Se così non fosse, Moi potrebbe avere dei pro- blemi considerando tutto quello che ha fatto in questi 24 anni di po- tere...». Mons. Mukobo : «Uhuru Kenyat- ta non ha alcuna esperienza politi- ca. Ha sempre fatto il businessman . Moi prima lo ha fatto ministro, ora lo ha nominato suo successore. Ma il nuovo presidente lo debbono sce- gliere i kenyani». «Con l’islam fondamentalista c’è poco da ragionare». «Quando la gente soffre, la chiesa deve essere presente. Qualsiasi sia la ragione di quella sofferenza». «Con gli africani non funziona né un capitalismo all’americana, né la ricetta socialista». Mons. Ambrogio Ravasi Mons. Anthony Mukobo
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