Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 6 GENNAIO 1998 S ottopongo ai lettori di Missioni Consolata alcu- ne mie considerazioni. Parto dall’affermazione «islam guerriero» , per confrontarla con i fatti di questi ultimi 20 anni. Giusto una ventina d’anni fa, l’Iran, cacciato lo scià, veniva assalito dal laicissimo Iraq di SaddamHussein. Era una guerra fra musulmani, ma non era stato l’«islam guer- riero» a scatenarla. Furono gli Stati Uniti (Usa) a commissionarla, ar- mando e finanziando Saddam Hussein. Ci furono un milione di morti e otto anni di guerra. Non mi risulta che qualcuno sia stato chiamato dinanzi a un tribunale internaziona- le per rispondere di quei morti. Certamente quel «servizio» ebbe un prez- zo: infatti, quando Saddam Hussein chiese all’ambasciatore americano «luce verde» per occupare il Kuwait, gli fu data. Attirato in trappo- la Saddam, non ci si limitò a liberare il Kuwait, bensì a bombardare l’Iraq e ad annientare il suo esercito. Poi ci furono l’embargo e altri saltuari bombardamenti contro il paese. Sono passati pochi anni ed è la volta della Repubblica Federale Jugoslava (RFJ). Essa viene distrutta, ridotta a pezzi, come una pecora sbranata da lupi. Anche qui l’«islam guerriero» non c’entra; in loco ci sono i musul- mani, certo, ma sono preziosi alleati dell’Occidente nel processo di disgregazione che esso ha deciso per quella regione balcanica. Vale la pena di ricordare alcuni «dettagli». L’intervento diretto degli Usa (quello indiretto - embargo, armi e al- tro -, di cui non si sono dati la pena di comunicare, era in opera da un pezzo) inizia con il bombardamento con- tro i serbi della Bosnia-Erzegovina, giustificato dalla «stra- ge del mercato» (l’Onu poi accerterà che il razzo era par- tito dal settore musulmano e non già da quello serbo). Il bombardamento di Belgrado e la distruzione sistemati- ca della R.F.J. e del Kosovo hanno come copertura la «strage di Racak». Però una commissione delle Nazioni Unite rivelerà essere stata una farsa (vedi La Stampa, 30 ottobre 2001), della quale, paradossalmente, Milosevic è tuttora accusato dal tribunale dell’Aia. E siamo all’ «11 settembre». A distanza di 9 mesi (mentre scrivo), né un tribunale né un’autorità internazionale ha accertato e processato un solo terrorista. Tuttavia, subito, le parole (stravol- te) hanno assunto un altro senso, di comodo, con insospettabili adesioni di persone che dovrebbero essere illuminate dallo Spirito. Si è parlato di «at- to di guerra», di «legittima difesa», di operazioni di «polizia internazionale». Ma l’atto di guerra pre- suppone l’azione identificabile di uno sta- to; la legittima difesa, un aggressore vi- sibile e ben individuato, nonché una ri- sposta immediata per impedire l’evento. Quanto all’operazione di po- lizia, supportata da missili Cruise , bombardieri e altri strumenti di mor- te, è un segno del livello di ipocri- sia e stravolgimento intellettuale a cui i nostri capi ci hanno portato. Gli Stati Uniti hanno affermato che era stato Bin Laden e la sua organizzazione Al Qaeda . Però si sono ben guardati dal darne le prove, e a ragion veduta: se le avessero date, avrebbero dimostrato di esserne gli autori, perché Bin Laden e Al Qaeda sono, visibil- mente, una loro creatura. Nel recente passato gli Usa hanno agito contro i sovietici in Afghanistan, in Cecenia e in Cina; hanno destabilizzato la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo, per mettere in scena il genoci- dio da parte dei serbi e giustificare i propri bombardamenti. Se non fossimo ciechi o decisi ad es- serlo, vedremmo che l’11 settembre è stato l’espediente Perché si fanno le guerre? In attesa della nuova guerra contro Saddam, l’autoreparla dei conflitti nel Golfo Persico, nell’ex Jugoslaviae in Afghanistan. Battitore libero PARLA CON COSCIENZA , SENZA GUARDARE IN FACCIA ALCUNO . (L A RUBRICA È , PER DEFINIZIONE , APERTA A TUTTE LE OPINIONI . C ONDIVISIBILI O MENO , SARANNO I LETTORI A STABILIRLO ) George W. Bush Osama Bin Laden

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=