Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2002

P adre Luigi Graiff è destina- to a South Horr (diocesi di Marsabit), con l'incarico di oc- cuparsi anche dell'avamposto di Parkati, aperto due anni prima e sua prossima destinazione. La regione è abitata dai turkana, tribù nomade minacciata perio- dicamente da fame, malattie e dalle incursioni dei banditi Ngo- rokos, un corpo clandestino con intenti politici eversivi, che si a- limenta di rivalità tribali e di o- scure ingerenze straniere, come fanno supporre le sofisticate armi di cui sono dotati. Da South Horr padre Luigi scende ogni settimana nel- la valle di Sukuta, dove si trova Parkati: vi si reca in jeep attraversando la solitudine della steppa, portando viveri, medicinali, materiale da costruzione e tutto quanto può servire alle necessità di quelle popolazioni, tra le più po- vere della diocesi. Ogni viaggio in quelle distese pietrose e arroventate è compiuto nel segno del rischio, e rappre- sentava una sfida agli Ngorokos , ostili verso chiunque si sia reso testimone dei loro soprusi e razzie e resi sospet- tosi nei confronti del missionario che, raccogliendo le con- fidenze di chi va da lui per farsi curare, potrebbe conoscere gli autori di tante violenze e scorrerie. Di questo rischio pa- dre Luigi è ben consapevole, ma continua nella sua dedi- zione. P rima di compiere il suo ultimo viaggio, padre Luigi è alla missione di Baragoi, sulla via del lago Turkana, per rifornirsi di viveri. Mentre carica la Land Rover , suor Christiana Sestero, sapendo che pochi sono i cristiani ri- masti, date le continue scorrerie delle bande di razziatori, gli ha detto: «Sono scappati tutti da Parkati: perché si re- ca ancora là?». «Faccio solo il mio dovere - è la risposta -; vi sono ancora i bambini della scuola e i vecchi che non sono riusciti a fuggire: se non porto loro un po' di farina, che cosa mangeranno?». Questa volta però il missionario non è completamente tranquillo, anche se ha deciso di partire: sa che la gente attende, come una benedizione, la sua visita per ricevere da lui farina, olio, zucchero, medicine, ma so- prattutto un po' di coraggio. All'alba dell'11 gennaio 1981, dopo aver celebrato la messa, la- scia anche Parkati per raggiunge- re Tuum, un piccolo mercato a u- na ventina di chilometri. Un viag- gio già compiuto decine di volte per garantire alla piccola comunità di cristiani l'assistenza religiosa, ma anche per promuovere istruzione, cura dei malati, approvvigiona- mento di acqua e viveri in modo da ovviare ai disagi della siccità. In macchina con lui ci sono due ra- gazzi di South Horr e il fedele ca- techista Patrick: hanno il com- pito di animare la liturgia e aiu- tare il missionario a distribuire viveri. Il viaggio procede senza intop- pi, ma ad una dozzina di chilo- metri da Tuum ecco l'imprevi- sto: alcuni uomini a bordo di u- na jeep , armati di mitra e fucili, costringono padre Luigi a fer- mare il mezzo. Il missionario in- tuisce il pericolo, sa che i razziatori tendono spesso im- boscate e che, per poco, sono disposti a compiere qual- siasi azione delittuosa. Vano è il tentativo di invertire la marcia per evitare lo scontro: alcuni spari bloccano infat- ti l’auto, che viene accerchiata. Vano è anche il tentativo di avere un colloquio con i banditi. Ormai non c'è più nulla da fare: «Non ci resta che pre- gare» sembra abbia sussurrato, rivolgendosi al catechista. È la sua ultima esortazione. I l missionario vorrebbe almeno salvare i ragazzi che lo accompagnano, ma la spietatezza degli assalitori com- pie l'inevitabile e la speranza che si limitino a depredare l'automezzo si infrange ai primi spari. Padre Luigi cade a terra raggiunto da varie pallottole, assieme ai ragazzi, pu- re loro colpiti a morte. Sul corpo del missionario, gli as- sassini infieriscono impietosamente: gli squarciano il to- race, i visceri sono sparsi sul terreno, la cavità riempita di sassi; il cuore gli viene selvaggiamente strappato e al suo posto gli viene posta una grossa pietra. La tragedia è consumata, la strada sassosa è una poz- zanghera di sangue delle vittime. Il posto si è trasformato in un nuovo golgota d'amore e di morte insieme, sul qua- le si è compiuto il sacrificio. Passata la furia dei banditi Ngorokos , il catechista, già ferito, riconosce nel giovane che gli sta spianando contro il fucile un suo ex alunno: abbassata l'arma, il guerriero gli risparmia la vita, perché racconti l'accaduto... «Martire dell'amore e della fede» si legge sulla lapide, divenuta per quella comunità un centro di affet- ti e di preghiera. Nei 30 anni vis- suti in terra di missione, tra avver- sità e pericoli, padre Luigi ha sem- pre voluto rimanere al suo posto ed essere fedele al suo compito. M ICHELE N ICCOLINI Il martirio di padre Luigi Graiff «NON CI RESTA CHE PREGARE» La croce che ricorda il martirio di p. Luigi Graiff. Qui accanto: p. Michele Stallone, ucciso nel 1965. Nel ’98 toccherà a p. Luigi Andeni. MISSIONI CONSOLATA 41 OTT/NOV. 2002 SPECIALE KENYA

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