Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2002
missionari declinarono l’invito del governo inglese ad aprire un dispen- sario a Marsabit, battuti dagli angli- cani che vi si installarono nel 1931. Però nel 1948 Carlo Cavallera, vi- cario apostolico di Nyeri e ammini- stratore della prefettura di Meru, de- cise di «esplorare» il vasto territorio a lui affidato, fino agli estremi confi- ni della Northern Province , per stu- diare la possibilità di una presenza stabile. Prese contatto con i capi lo- cali, discusse con le autorità civili, co- nobbe la sparuta e isolata presenza dei cattolici: instancabile e deciso a trovare una fessura in quel vasto e i- nospitale territorio e iniziare l’evan- gelizzazione delle varie tribù presen- ti ( turkana, samburu, masai, rendil- le, gabbra, el molo, ecc.). Le esplorazioni del vescovo con- tinuarono, finché nel 1951 arrivò il sospirato permesso di una prima in- stallazione a Baragoi. Lamissione di- venne operativa l’anno successivo, con padre Carlo Andrione e, in se- guito, con tre suore della Consolata. Nel 1963 nacquero contemporanea- mente le missioni di Laisamis, Ar- cher’s Post e Marsabit. Inutile tentare di raccontare in po- che righe le difficoltà a installarsi in posti simili: difficoltà di trasporti, i- solamento, malaria, caldo soffocan- te e soggiorno in tenda rendevano l’impresa quasi eroica. Scrisse padre Luigi Graiff, iniziando lamissione di Laisamis: «Quando arrivai non c’era nulla. I serpenti erano i padroni as- soluti. Compresi subito che un gran- de lavoro mi attendeva. Misurai a lunghi passi i confini della futura missione, mi rimboccai lemaniche e, con l’aiuto di alcuni volenterosi, co- minciai a rimuovere le pietre». C’era tutto da fare e la prima cosa era dare al territorio, dal punto di vi- sta ecclesiale, un’autonomia giuridi- ca. La cosa fu facilitata dal vescovo Cavallera che bruciò le tappe: nono- stante le esitazioni da parte delle au- torità romane, si offrì a diventare il primo pastore di quella diocesi de- sertica, lasciando la ben avviata chie- sa di Nyeri al vescovo africano Cesa- re Gatimu. Il 25 novembre 1964 veniva così eretta la diocesi di Marsabit e, il 25 febbraio dell’anno seguente, con un rituale sobrio ed essenziale, il corag- giosomissionario «prendeva posses- so» del nuovo campo di lavoro. SANGUE SULLA SABBIA Non erano solo le condizioni am- bientali a rendere difficile l’evange- lizzazione. Il contesto era totalmen- te diverso da quello sperimentato dai missionari fra i kikuyu e i meru con popolazioni agricole e sedentarie. In- vece le tribù che pascolavano leman- drie nel vasto bacino, confinante con Etiopia e Somalia, potevano avere con i missionari soltanto sporadici contatti. Quindi anche la metodolo- gia missionaria doveva essere diver- sa: più mobile e capace di adattarsi alla situazione. Data la precarietà, le prime atten- zioni furono rivolte alla situazione sa- nitaria, con dispensari, cliniche mo- bili e, soprattutto, con la realizzazio- ne dell’ospedale di Wamba, uno dei progetti più sofferti ed ambiziosi. Nato dal nulla nel 1969, con 40 po- sti letto, fu reso possibile dalla gene- rosità di tante persone (benefattori, amici, medici, missionari) e, special- mente, dalla presenza del dottor Sil- L a k e T u r k a n a Moyale Laisamis North Horr Sololo Kargi Maikona Barsaloi Baragoi South Horr Loiyangallani Tuum M A R S A B I T Lodokejek Archer’s Post MARALAL Morijo Suguta Marmar Wamba Lodongokwe Sererit ● ● ● ● ● MISSIONI CONSOLATA 39 OTT/NOV. 2002 SPECIALE KENYA
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