Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2002

per ben sette ore, visitava i villaggi distribuendo medicine; oppure at- tendeva a malati inmissione, curan- do anche 100 persone. Così facendo, la fama di questo uomo bianco speciale si spandeva ovunque. Padre Carlo Ciravegna, ricordan- do quell’intenso apostolato, scrisse: «Di uomini bianchi ne passavano molti sulle strade carovaniere dei grandi laghi equatoriali: ma questi venivano a comprare avorio e a con- quistare il paese; si facevano accom- pagnare da askari armati. Invece i padri non facevano commercio, non avevan fucili... ma passavano facen- do del bene, curando gratuitamen- te i malati. Fare del bene a gente sco- nosciuta era per questi poveri neri un fatto inaudito: per la prima volta essi vedevano spiegarsi davanti ai lo- ro occhi stupefatti i miracoli della carità cristiana». La strategia per rimuovere le re- more, che impedivano al missiona- rio l’accesso psicosociale ai kikuyu, trovò una punta di diamante nell’a- micizia con i capi locali. Il piano fu realizzato con gradualità. Già esisteva una piattaforma: la familiarità con la popolazione, spe- cie con le donne e i bambini. «Co- me volentieri le madri cedono ora alle braccia delle suore i bimbi, e quanto sono felici quando esse li ac- carezzano! Poco alla volta noi riu- sciamo a farci kikuyu ed entriamo ogni giorno di più nella loro vita». Visitando Murang’a, il missiona- rio fu accolto con entusiasmo. Gli andarono incontro un capo fami- glia, le donne e i bambini, offrendo- gli i primi posti attorno al fuoco; e quando il patri parlava, tutti pende- vano dalle sue labbra. Alla fine del- l’incontro, il pater familias si di- chiarò figlio e servo dell’ospite. La familiarità raggiunta si concretizzò in scambi di doni: da una parte un po’ di tembo (bevanda alcoolica), latte o un montone e, dall’altra, una coperta colorata. Un giorno il genitore di un ope- raio del centro di Tuthu si recò dal missionario, che raccontò: «Egli mi parla all’orecchio: suo figlio d’ora in poi è anche mio figlio, e come egli è padre così lo sono anch’io. Se suo fi- glio è cattivo con lui, egli lo batte; se è cattivo conme, io lo devo battere». Però il missionario mirava più in alto, cioè al capo villaggio, sperando che accattivandosi le simpatie e, so- prattutto, convertendolo al cristia- nesimo, la popolazione ne avrebbe seguito l’esempio. Lo sforzo di perseguire la fiducia dei capi provocò pure qualche cu- rioso inconveniente, come quello di due capi di Metumi, che divennero gelosi per il reciproco sospetto che il padre favorisse uno più dell’altro. SPERANZE DI CONVERSIONE Il mutato rapporto con la popola- zione fu portato alla ribalta dai mis- sionari con soddisfazione. Un anziano pregava Ngai , con le mani protese verso il cielo, affinché elargisse al padre «tanta ricchezza e una casa alta come il Monte Kenya, che fosse potente come il capo Ka- ruri e che lo spirito del male non lo danneggiasse mai». Al missionario sembrava che tut- to si mettesse per il meglio. Padre Francesco Cagliero fu interrogato sulla sua vita privata. - Sei tu che non vuoi prendere moglie? - Sì, però tutti i padri fanno così. - E si sono sempre comportati in questo modo? - Sì, sempre. Suor Margherita dichiarò: «Una donna mi disse che voleva farmi com- prare da suo marito, assicurando che con lei sarei sempre andata d’ac- cordo». Queste testimonianze riproducono efficacemente il clima di curiosità in cui venne a situarsi il missionario. Fu arduo convincere i kikuyu che i missionari non erano sposati. La spiegazione, secondo la quale il patri e la mware (suora) non avevano prole, ma erano solo «figli di Dio», non li capacitava affatto. Come poteva una persona ricca e sapiente come il bianco non aver mogli? Se ciò fosse vero, essi si sarebbero subito af- frettati a comprare le suore. Il missionario non fu solo un enigmatico, che rifiutava il matrimonio; in lui si intravvidero pure dei tratti sinistri. Da qui alcune prevenzioni, come quella di essere latore di sterilità. «Il battesimo produce la sterilità. Non vedete che i padri e le suore non hanno figli?». MISSIONI CONSOLATA 15 OTT/NOV. 2002 SPECIALE KENYA Tra i kikuyu oggi. Padre Riccardo Rossi (recentemente scomparso) offre ad un bambino «la luce di Cristo». L’enigma di uno scapolo

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