Missioni Consolata - Settembre 2002

MISSIONI CONSOLATA 72/ IV SETTEMBRE 2002 battendo con i pochi poliziotti del posto. Vi erano 3 feriti, tra i quali un bambino, molto grave. Elicotteri e aerei militari sorvolavano la zona dell’attacco, ma senza poter far niente. Padre Ezio, approfittando di un po’ di tregua, è usci- to dall’ospedale con la stola al collo e una bandiera bianca. Con alcune persone si è quindi diretto alla casa parrocchiale, nella piazza di Toribio, dove ha tro- vato sani e salvi padre Bonanomi, le suore e il gruppo di laici. Il parroco ha quindi condotto tutti al Centro di formazione, fuori dal paese. Venerdì 12 luglio, il giorno dopo l’attacco, i poliziotti hanno dovuto arrendersi, perché non avevano più munizioni. La gente si è allora precipitata per proteg- gerli e impedire che la guerriglia li sequestrasse, come fa normalmente. Vista la resistenza della popolazione locale e riconoscendo il valore degli uomini che ave- vano resistito tanto nel posto di polizia assediato, i guerriglieri li hanno consegnati nelle mani dei cabil- dos e di padre Ezio. Purtroppo, il bambino ferito durante l’attacco è morto. L’ennesima vittima innocente di questa guerra infinita. p. Sandro Carminati da Bogotà L’ ambiente è arretrato. L’agricoltura è ancora agli i- nizi: non esistono mezzi meccanici; una specie di aratro di legno a punta, trainato da un bue, solca la terra arida e dura quel tanto che basta per seminare granoturco e grano. Ma i raccolti sono scarsi a causa della poca pioggia. Se non si interviene con la forma- zione di persone e con mezzi tecnici adeguati, la pro- duzione agricola sarà sempre misera e la fame mai vinta. Con piacere, a fianco di padre Tarcisio Rossi, missio- nario della Consolata di San Carlo di Cesena, ho col- laborato ad un piano di lotta contro la fame. L’inizio è stato ottimo e l’azione continuerà in base ai mezzi di- sponibili. S iamo a Meki, una cittadina bagnata da un fiume che ha acqua tutto l’anno, sulla pianura della Rift Valley . Il piano contro la fame consiste nel dare un bue a chi non è in grado di comprarlo e nel fornire u- na pompa (che pesca acqua dal fiume) a gruppi di piccoli proprietari di terre che si associano. Il bue viene assegnato a persone bisognose, degne di fiducia, le quali contribuiscono con il 20% al costo dell’animale: ciò le rende più coinvolte; inoltre sono loro a scegliere l’animale... Io le accompagnavo al mercato e, scelto il bue, provvedevo al pagamento. E- ra interessante assistere alla selezione dell’animale. Si svolgeva come se fosse una cerimonia: il bue veniva e- saminato meticolosamente, compresi bocca e denti; poi si passava alla contrattazione, secondo il costume locale. La pompa (a motore a scoppio) per l’irrigazione rap- presenta un salto di qualità tecnologica. Prima di es- sere consegnata, si fanno incontri con i piccoli pro- prietari per istruirli sull’uso. Le pompe sono potenti; pescano una quantità d’acqua sufficiente per irrigare una vasta superficie. Anche la pompa non viene rega- lata, ma gli «associati» contribuiscono con il 5% del costo. Il 50% del prezzo viene poi pagato gradual- mente con una parte degli utili del raccolto. L’aratura e l’irrigazione hanno aumentato di molto la produzione; non solo, ma si è passati dalla produzio- ne di cereali a quella di ortaggi, perché più redditizia. E si fanno tre raccolti all’anno. In questo modo i van- taggi sono diversi: aumenta la disponibilità di cibo e cresce il reddito. C’ è anche impegno nel campo dell’igiene (parola quasi sconosciuta in loco ), indispensabile per e- vitare tante malattie. Persone qualificate insegnano a fare «servizi igienici», coperti da una specie di turca: così si evita di sporcare attorno alle capanne... Il leta- me del bestiame deve essere raccolto e utilizzato co- me concime. Ciò comporta meno insetti e meno ma- lattie. (continua a pagina 75) Bruno Fusconi (a destra) con padre Tarcisio Rossi. Meki (Etiopia) BUOI, POMPE, PANE L’ultima fatica letteraria (solo in spagnolo, per ora) di Giacinto Franzoi, appena rientrato dalla tormentata Colombia.

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