Missioni Consolata - Settembre 2002
stiani di aiutarci a costruirla». La conversazione perde interesse, ma, a sorpresa, l’imandice che anche lui ha da farmi una domanda: «Tor- nato in Italia, la prego di procurarmi una motocicletta». Mi viene da ridere; ma mi tratten- go. Spengo il registratore: per me il «dialogo» è ormai suunbinariomor- to. Padre Flavio sembra più imba- razzato di me, ma si ricompone in fretta e risponde: «Il nostro ospite è qui per rendersi conto dei problemi di tutta la gente, anche della comu- nità musulmana. Prima di tutto, però, dovrà occuparsi delle necessità della missione, poiché, come vede, siamo agli inizi. Ma Dio ci ha dato due mani, perché con una sola non riusciamo a fare tutto ciò che vor- remmo. Quando la comunitàmusul- mana vorrà comperare la motoci- cletta per l’iman, anche noi saremo felici di offrire il nostro contributo». L’iman annuisce e si mostra soddi- sfatto. Padre Flavio tira un sospirodi sollievo, per essersela cavata con di- plomazia; ma il suo entusiasmo per il dialogo pare un poco scosso. GLI SPAVENTAPASSERI Da non perdere, a Dianra, è una visita ai fabbri: nella cultura senufo essi sono ritenuti personaggi dotati di qualità sovrumane e, per la loro arte di manipolare il ferro, giocano un ruolo privilegiato in varie ceri- monie magico-religiose. Visitiamo due officine, a un tiro di schioppo dalla missione. Nella pri- ma, un giovanotto sta ricavando un vomero d’aratro da vecchi cerchioni di automobili. Ci mostra zappe e at- trezzi vari già pronti per la vendita. Ammiro l’inventiva e i mezzi tanto rudimentali; ma non trovo nulla di sovrumano; anzi, a girare la ruota di bicicletta che alimenta unminuscolo mantice c’è un bambino. Più scon- certante è la seconda officina, gestita da tre ragazzini in età scolare. Padre Flavio sembra leggere ciò che mi passa per la mente e spiega: «ADianra l’analfabetismo è un pro- blema molto grave. Quasi tutti i vil- laggi hanno le scuole elementari; ma pochi le frequentano: i bambini sono nei campi fin da piccoli, se non altro come spaventapasseri nelle coltiva- zioni di riso. Per le ragazze la menta- lità locale è anche peggio: per essere buone mogli e madri non è necessa- rio aver studiato; anzi, la donna i- gnorante è più sottomessa». Alla mentalità si aggiunge la man- canza di documenti: la maggior par- te dei figli nasce in casa e i genitori non si preoccupano di registrarli al- l’anagrafe. Per avere l’attodi nascita, richiesto per iscriversi alla scuola, bi- sogna sborsare 30 mila lire, senza contare le tasse scolastiche: spese che non producono un utile immediato. «Incontro adulti, donne soprat- tutto, che piangono per non sapere leggere né scrivere - racconta padre Flavio - e ci chiedono di aprire scuo- le di alfabetizzazione: vogliamo dare presto una risposta. Al tempo stesso, bisognerà combattere e smontare la mentalità dell’immediato, convin- cendo i genitori che l’istruzione è un investimento per il futuro». Problemi e progetti continuano a ruota libera: orfani e situazioni di po- MISSIONI CONSOLATA 67 SETTEMBRE 2002
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