Missioni Consolata - Settembre 2002
U na visita al mercato di Dian- ra è indispensabile per vede- re la vita della gente. Sui ban- chetti traballanti è sciorinata un’infi- nità di mercanzie e prodotti agricoli: riso, inyame (una specie di manioca), frutta e verdura d’ogni genere, tutte prodotte dai senufo . «Sono gli autoctoni di questa re- gione - spiega padre Ramon -, agri- coltori per natura. Per questo le po- polazioni immigrate li hanno chia- mati senufo , termine che in diula , la lingua franca diffusa dei mercanti musulmani, significa: coloro che col- tivano la terra. E sono grandi lavora- tori». «Molto sfruttati» aggiunge pa- dre Flavio. IL PREZZO NON È GIUSTO Da vari decenni la risorsa princi- pale dei senufo è la coltivazione del cotone. Il guaio è che i contadini, dall’inizio della coltivazione alla con- segna del prodotto, non conoscono mai quale sia il prezzo che ne ricave- ranno. Una volta consegnato, devo- no accontentarsi di quanto stabilirà la compagnia. «Tale sistema va avanti damolti an- ni - afferma padre Flavio -. Il sinda- cato dei coltivatori di cotone ha or- ganizzato una protesta, occupato la fabbrica e minacciato di bruciare i raccolti, se il prezzo non fosse imme- diatamente fissato. Le autorità del settore agricolo hanno promesso di risolvere il problema; ma, a distanza di due mesi, i contadini non sanno ancora quando e quanto saranno pa- gati». Intanto il cotone rimane nelle capanne, ingiallisce e perde valore. I padri hanno cercato di difendere i diritti dei contadini, parlando con i cristiani impiegati nello stabilimento, ma questi non hanno voce in capito- lo. «Da alcuni anni la fabbrica è sta- ta privatizzata - continua padre Fla- vio - e non si sa chi sia il padrone. Qualche mese fa è apparso un russo, forse uno dei padroni». «Era bianco come unpezzo di carta. Il giorno do- po era scottato e rosso come un’ara- gosta» aggiunge sorridendo padre Michael. La difesa dei diritti umani è una delle tante sfide che i missionari di Dianra dovranno affrontare. Ma per ora concentrano l’attenzione al cam- po religioso e culturale. LIBERAZIONE DALLA PAURA «La religione tradizionale ha dei valori su cui innestare quelli del van- gelo - spiega padreMichael -. Uno di essi è il profondo rispetto per la na- tura, ritenuta sacra, abitata da spiriti e divinità.Ma è pure una sacralità che alimenta paure irrazionali: tutti han- no in casa feticci protettivi e si sento- nominacciati da spiriti, sortilegi, ma- locchi e maledizioni». Una sessione della preparazione al battesimo, presente solo nei catechi- smi destinati ai senufo , ha come te- ma: Gesù mi libera. Tale sessione i- nizia invitando i catecumeni a mani- festare ad alta voce le proprie paure e a sbarazzarsi dei feticci; si conclu- de con un gran falò in cui vengono bruciati feticci e arnesi vari, come se- gno di conversione e di fiducia in Cristo liberatore. Ma gli spiriti sono duri da sfratta- re dalla mente e dalla vita. Molti cri- stiani continuano a vivere sotto l’op- pressione delle paure derivanti dalla religione tradizionale, intrecciando riti cristiani con sacrifici di capretti e polli. Altri chiedono preghiere ed e- sorcismi e fanno celebraremesse per essere liberati da tali oppressioni. «La religione cristiana è sentita co- me un antidoto al male fisico e mo- rale - continua padre Flavio -; la pre- ghiera sconfina spesso nella magia. Un giorno un uomo mi chiese di cu- rare le sue gambe piagate. Gli dissi che non avevo con me alcuna medi- cina. Mi rispose che era venuto solo perché imponessi lemani sulle ferite. Una donna, dopo l’ennesimo litigio, decise di lasciare il marito; questi le disse con rabbia che non avrebbe tro- vato un altro uomo: quelle parole le caddero addosso come un sortilegio, MISSIONI CONSOLATA 65 SETTEMBRE 2002 Presa visione della situazione, i padri Flavio Pante, Ramon Lazaro e Michael Wamunyu stanno mettendo a fuoco priorità e progetti di testimonianza della carità: difesa dei diritti umani, dialogo con i musulmani, alfabetizzazione e sanità. A sinistra: statuette di legno raffi- guranti gli spiriti degli antenati. Accanto: raccolta del cotone, principale prodotto del nord della Costa d’Avorio.
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