Missioni Consolata - Settembre 2002
MISSIONI CONSOLATA 6 SETTEMBRE 2002 Condiscendenti verso la prostituzione? Cari missionari, rieccomi per l’ennesima puntualizzazione. Sicura- mente la vista della mia grafia non vi entusiasma. Scusatemi... Ma l’articolo «Quasi mai ragazze, qua- si sempre vittime» di Mis- sioni Consolata (aprile 2002) mi ha lasciata per- plessa. D’accordo nel non cri- minalizzare la tenutaria peruviana della casa di prostituzione, vittima pri- ma di essere colpevole. Se ne parla, però, come di u- na persona che svolge la sua attività con professio- nalità, rigore, attenzione ai «diritti» delle «dipen- denti»: sembra quasi che sia una benemerita. Poi non è affatto chiaro nell’articolo che la prosti- tuzione, per quanto ga- rantita e protetta, sia quanto di più degradante possa fare una donna, ol- tre ad essere un grave pec- cato, sempre. Pare invece che l’attività, esercitata così, sia accettabile. E non si dice che è un male evitabile, non ineluttabile; non si dice che la ragione e la volontà possono con- trollare le pulsioni. D’accordo: quelle perso- ne vivono in ambienti mo- ralmente degradati. Ma non sarebbe meglio fare o- pera di educazione e pre- venzione? O siamo nel- l’ottica delle «case di tolle- ranza», inevitabili come le catastrofi naturali? Cre- diamo o non crediamo che l’uomo, redento da Gesù Cristo, non è una bestia? Occorre solo educarlo. Mi sembra, infine, che nell’articolo pubblicato ci sia una velata condiscen- denza verso «un’attività ben regolamentata». Mi auguro di aver frainteso. Giulia Guerci Castellazzo (AL) Signora Giulia, lei è tra le poche persone che an- cora scrivono ricorrendo alla penna. La sua è una grafia chiara, elegante, che desta ammirazione. Il tema «prostituzione» non ci vede affatto condi- scendenti. Non lo siamo neppure considerando le «attenuanti sociali» pre- senti nei paesi del sud del mondo. «La denuncia del fenomeno - scriviamo nel sommario dell’articolo ci- tato - è scontata quanto necessaria». È il «mestiere» più vec- chio del mondo, perché non sono mai mancati i «clienti». Tutti lo dicono, ma non tutti ne tirano le debite conseguenze. Bisognodi profezia Cari missionari, da diversi mesi leggo Mis- sioni Consolata . Non pos- so che condividere la sua linea, che chiamo di «pro- fezia», se profezia signifi- ca, qui e ora, prendere sul serio il proprio tempo con atteggiamenti chiari e co- raggiosi. Mi sto convincendo che, nella chiesa d’oggi, i mi- gliori cattolici italiani so- no i missionari. I missio- nari «danno fastidio» e trovano poco spazio nelle tivù e sui giornali. Il mio auspicio è che continuiate in questa dire- zione, con un orecchio te- so anche alla situazione i- taliana. Il Concilio ecume- nico Vaticano II, 37 anni fa, non ha fatto una di- chiarazione puramente teorica o diplomatica quando ha dichiarato: «Le gioie e le speranze, le tri- stezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti colo- ro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente uma- no che non trovi eco nel loro cuore» ( Gaudium et spes 1 ). Soprattutto voi, missionari, in questi anni testimoniate questo, pa- gando di persona (nono- stante critiche e dissensi). Su Missioni Consolata di maggio ho apprezzato molto gli articoli: - «Sempre bugie, ancora bugie» («La guerra afgha- na è stata una grande, drammatica terribile corti- na fumogena per nascon- dere le responsabilità de- gli Stati Uniti»); - «Mutilazioni genitali femminili / Ferite per sempre» (un servizio che scandaglia una brutale te- matica, scritto con com- pletezza e precisione); - «L’ultimo volo di Maria Marta» (come sopra); - «Che il vino non diventi acqua» (mi ha colpito la frase: «Sono finiti i tempi in cui bastava raccontare la storia del moretto. Oggi la gente vuole conoscere i perché delle tragedie che assillano il sud del mondo; vuole sapere quali e di chi sono le responsabilità dei disastri umanitari»)... Ambrogio Vismara Cuggiono (MI) Profezia è pure cogliere «i segni dei tempi», anti- cipando il futuro. E, date le tristezze e angosce (di cui parla il Concilio ecu- menico), profezia è anco- ra consolazione. «Conso- late, consolate il mio po- polo - dice Dio -. Parlate al cuore (della gente) e gridatele che la sua schia- vitù è finita» ( Is 40, 1-2 ). Cattolicie ortodossiinRussia Cari missionari, c’è forte tensione in Rus- sia fra i pochi cattolici e i tanti ortodossi. Come ha ricordato anche Missioni Consolata , il 15 aprile a don Stefano Caprio, par- roco delle comunità catto- liche di Vladimir e Ivano- so, è stato tolto il visto russo senza alcuna spiega- zione. Un caso personale? «Molto probabilmente no - ha risposto la rivista La (continua a pag.9)
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