Missioni Consolata - Settembre 2002

Ha affermato all’Onu Giovanni Paolo II: «Se vogliamo che un seco- lo di costrizione lasci spazio a uno di persuasione dobbiamo trovare la via per discutere, con un linguaggio comprensibile e comune, circa il fu- turo dell’uomo. La legge morale u- niversale, scritta nel cuore dell’uo- mo, è quella sorta di “grammatica” che serve al mondo per affrontare questa discussione circa il suo stes- so futuro» (13) . Ciò che ci unisce tra diversi èmol- to di più di quello che ci divide. 3/ GLOBALIZZAZIONE a) Sfide e opportunità La globalizzazione è un fenome- no esploso dopo il fallimento del so- cialismo. Sono apparsi con gravità gli squilibri esistenti tra i popoli ric- chi e quelli poveri del mondo: squi- libri aggravati dalla rivoluzione tec- nologica. Oggi tocchiamo con mano che si impone un nuovo ordine mondiale dell’economia, un nuovomodello di sviluppo planetario. Tutti i proble- mi sono planetari. Nessuna nazione può affrontarli da sola, ma si esige la cooperazione internazionale. O co- struiamo tutti insieme un mondo migliore o periamo tutti insieme. La globalizzazione presenta gravi rischi. Bisogna dire che la logica di mercato (la ricerca del maggior pro- fitto), priva di orientamento etico, non sarà mai il motore dello svilup- po umano: infatti genera mancanza di solidarietà, egoismo, frammenta- zione sociale, allarga la forbice tra ricchi e poveri, crea nuovi coloniali- smi, altera l’equilibrio ecologico. I drammatici effetti sono sotto i nostri occhi. «All’alba del XXI secolo - scrive J. Bindé, direttore dell’Ufficio ana- lisi e previsioni dell’Unesco - oltre 1 miliardo e 300milioni di persone vi- vono in povertà assoluta, e il loro numero aumenta: ha già raggiunto i 2 miliardi. Oggi più di 800 milioni di individui soffrono fame e malnu- trizione; oltre 1 miliardo non hanno accesso a servizi sanitari, istruzione di base e acqua potabile; 2 miliardi non sono collegati a una rete elet- trica e più di 4 miliardi e mez- zo non dispongono dei mezzi di comunicazio- ne di base, e quindi di strumenti per accedere alle nuove tecnologie, che sono la chiave dell’istruzione a di- stanza. Oggi si vanta il boom di In- ternet , ma per molto tempo ancora vivremo in un mondo dove l’infor- mazione avrà le sue autostrade e i suoi deserti... Il futuro è illeggibile al nord, do- ve i popoli ricchi fanno sempre me- no figli; è già ipotecato al sud, per- ché i bambini e le donne sono le pri- me vittime della miseria. Due terzi della popolazione mondiale, in po- vertà assoluta, sono al di sotto di 15 anni, e più dei 2 terzi dei poveri so- no donne» (14) . D’altro canto, la globalizzazione offre prospettive positive: serve ad una maggiore intesa tra i popoli, al- la pace, lo sviluppo, la promozione dei diritti umani. In particolare, la globalizzazione, nata dalla co- municazione sociale, è divenuta una «cultura», un nuovo modo di capire il mondo, la vita e l’uomo. La globalizzazione, se non si può fermare, si può e si deve orientare. Non possiamo accettare «la logica del più forte, l’idea che la presenza dei poveri, sfruttati, sia frutto dell’i- nesorabile fluire della storia. Su que- sto il cristianesimo non può scende- re a compromessi (15). La dottrina sociale della chiesa e- sorta a ricercare la soluzione dei gra- vi squilibri all’interno di uno svilup- po sostenibile a livello planetario, che realizzi la sintesi tra efficienza e- conomica, libertà politica e coesio- ne sociale, senza ripetere gli errori del socialismo reale e del capitali- smo selvaggio. In una parola: è necessario che la

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