Missioni Consolata - Settembre 2002
MISSIONI CONSOLATA 58 SETTEMBRE 2002 poveri e gli oppressi e affermare le ragioni della giustizia e della pace. Ebbene anche l’impegno civile rientra nella missione evangelizza- trice, ma rimane sempre vero che il primato spetta alla testimonianza della Parola e della vita. Giovanni Paolo II insiste sulla priorità della te- stimonianza nel mondo secolarizza- to: « [Gli uomini] vogliamo vedere Gesù ( Gv 12, 21 ) - ricorda il papa... Come i pellegrini di 2.000 anni fa, gli uomini del nostro tempo, maga- ri non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non so- lo di “parlare” di Cristo, ma in cer- to senso di farlo loro “vedere”» (7). 2/ CRISI DEI VALORI a) Sfide e opportunità In che cosa consiste la crisi di va- lori? In questo: oggi la tradizionale omogeneità culturale di tante na- zioni (durata secoli) ha lasciato il po- sto a una pluralità di visioni della vi- ta e della storia, spesso in contrasto con il vangelo. Questo è insieme causa ed effetto della crisi delle «e- videnze etiche», cioè dei valori mo- rali su cui si modellava fino a ieri la convivenza civile. «È avvenuta - rilevano i vescovi i- taliani -, un’eclissi del senso morale. È diventato difficile parlare di bene e male senza suscitare una forte in- comprensione. Gli uomini e le don- ne del nostro tempo hanno indub- biamente dei valori di riferimento, ma spesso trovano difficile o poco interessante dar ragione di ciò che guida le loro scelte di vita, rischian- do così di esporsi all’arbitrarietà del- le emozioni o (fatto molto più insi- dioso) ai miti occulti che permeano la nostra società su diversi temi mo- rali non periferici» (8) . Questo processo può condurre a un relativismo etico dagli effetti de- vastanti; ma allo stesso tempo offre nuove opportunità allamissione. In- fatti, mentre capitoli fondamentali dell’etica tradizionaleminacciano di scomparire, altri capitoli, ieri disat- tesi, vengono riscoperti: si pensi, per esempio, all’impegno per la giusti- zia, alla nuova coscienza della soli- darietà e della pace, alla salvaguar- dia dell’ambiente. I vescovi italiani, mentre denun- ciano i gravi pericoli dell’eclissi del senso morale, sottolineano anche le nuove opportunità per l’evangeliz- zazione; citano il fatto che gli occhi dei nostri contemporanei continua- no a schiudersi sull’altro, specie se sofferente e bisognoso. E questo è un motivo di speranza. Anche lo sviluppo della scienza e della tecni- ca presenta aspetti da valorizzare. L’uomo che si spinge avanti nelle vie del sapere si trova di fronte a do- mande non tecniche, e tuttavia ine- ludibili, che riguardano il senso del- l’esistenza (9) . b) Fare ripartire la missione Per fare ripartire la missione nel contesto della delicata crisi di valo- ri, bisogna innanzitutto compren- derne le ragioni, se vogliamo «co- municare» il vangelo in modo effi- cace agli uomini e alle donne del nostro tempo. Si tratta di restituire alla cultura del mondo post-moder- no l’anima etica perduta. Lo si può fare partendo dagli ele- menti di verità che si trovano anche fuori della chiesa cattolica, presso le religioni non cristiane, che «non ra- ramente riflettono un raggio di quel- la verità che illumina tutti gli uomi- ni» (10) , e perfino presso quei non credenti «che hanno il culto di alti valori umani, benché non ne rico- noscano ancora la sorgente» (11) . In altre parole, lo strumento pri- vilegiato della nuova evangelizza- zione è il dialogo interculturale. Questo non va affidato soltanto a un corpo specializzato di missiona- ri. Oggi, chiusa la stagione delle ri- gide contrapposizioni, la cultura cri- stiana e le altre culture sono chia- mate ad incontrarsi, muovendo dai valori condivisi e dagli elementi co- muni di verità, per proseguire insie- me verso la verità tutta intera. Non esistono culture superiori e inferio- ri, così come non lo sono le razze. Le varie culture sono complementari tra loro, essendo tutte elaborazioni sull’uomo, su Dio e il suo mistero. Ancora una volta la storia dimo- stra che il binomio Dio-uomo è in- scindibile. Tutte le volte che l’uomo perde il senso di Dio perde se stes- so. E ogni qual volta l’uomo ritrova se stesso e la sua dignità, ritrova ine- luttabilmente Dio. Il tentativo della modernità di sostituire il sentimen- to religioso con le ideologie non po- teva non fallire. «Senza dubbio - di- ceva Paolo VI - l’uomo può orga- nizzare la terra senza Dio; ma, senza Dio, egli non può che organizzarla contro l’uomo» (12) . Una clamorosa conferma di que- sta verità è venuta dalla crisi del co- munismo, che è stato il tentativo più spinto di costruire una società sen- za Dio... Del resto, l’esperienza di- mostra che la perdita di senso del- l’esistenza è legata, pure nell’occi- dente libero, a una forma di ateismo pratico, che si esprime nel materia- lismo della vita, nell’egoismo, nel consumismo sfrenato. Se l’uomo ritrova il vero umane- simo, ritrova pure Dio. È compito dellamissione reagire alla cultura di- sumanizzante e ripartire da valori religiosi per fondare la coscienza e- tica che, a sua volta, costituisce il cuore della cultura di un popolo, fondamento su cui poggia ogni pro- getto di società. Oggi è possibile. Missionarie e missionari al convegno di Ariccia: «Insieme prendere il largo».
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