Missioni Consolata - Settembre 2002

ELIMU NI DIRA L’educazione è una bussola La bussola indica il nord, facili- tando di navigare con certezza verso il luogo di destinazione. Oggi la bus- sola è sostituita dal radar e sofistica- ti strumenti computerizzati, che con maggior certezza indicano tutto. L’educazione equivale a questi strumenti: offre direzione, traccia cammini, indica lameta. Ciò vale an- che a livello di nazione o popolo. Da decenni il Tanzania si lascia di- rigere dalla bussola dell’educazione. Ma è finanziariamente gravoso soste- nere un sistema scolastico efficiente. Spesso le strutturedelle scuole tanza- niane sono fatiscenti e insufficienti. Mancano libri, sussidi ebanchi. Scar- seggiano pure i maestri, poiché la lo- ro è una professione poco remunera- ta, che spesso obbliga a stare lontano dalla famiglia e in posti isolati. Il futuro si prospetta deteriore: si scrive apertamente che la classe dei maestri è la più colpita dal flagello Aids: le nuove leve non sono suffi- cienti a sostituire le vecchie.Ma è sor- prendente lo sforzo degli ultimi de- cenni, di dotare tutti i villaggi di scuo- le elementari: sono povere, ma sono germi di dignità, libertà e sviluppo. L'anno scorso, cancellatometà del suo debito estero, il Tanzania ha su- bito abolito la tassa scolastica e altre forme di contributo e investito nella costruzione di nuove aule, per ren- dere veramente accessibile a tutti l’e- ducazione elementare. Il miglioramento di tutte le strut- ture e infrastrutture è ancora lungo. Ma quanto è bello, il mattino, vede- re centinaia di studenti recarsi a pie- di alla propria scuola e, alla sera, tor- nare a casa. Pur nelle precarietà di vario genere, tra questi ci sono intel- ligenze brillanti. Lo confermano i lo- ro risultati scolastici a dispetto della carenza di tutto. «Da Nazaret può mai venire qual- cosa di buono?» commentava scetti- camente Natanaele a Filippo, che gli annunciava con gioia l’incontro con Gesù, «colui di cui hanno scritto Mosè, la legge i profeti». Inutile ar- gomentare. «Vieni e vedi» gli ritorce Filippo (cfr. Giovanni 1,45-47 ). Vieni e vedi: da certe scuole esco- no alunni meravigliosi sotto tutti i profili. ELIMU NI BAHARI L’educazione è un mare Il mare suggerisce interminabilità e profondità: organico sviluppo di sé e della nazione, apprendimento e for- mazione nonhanno confini. E se non si accoglie la novità si muore. L’isola- mentopreclude crescita e progresso. Un fattore importante nel cammi- no delle nazioni è costituito dalle co- municazioni. Quale sarà in futuro la posizione dell’Africa in questo cam- po? Per quanto riguarda il Tanzania, si dice che sia il paese subsahariano più avanzato in questa dimensione. Se sia vero, non lo so. È certo, però, che vi ammette grande importanza. Affermare e credere che l’educa- zione è un mare significa mettersi in condizioni d’imparare: per crescere. A ltri motti simili suonano che l’educazione è un tesoro, lu- ce, sapienza; alcuni ne esalta- no i valori connessi: «Educazione, disciplina, lavoro; educazione, li- bertà, unità; educazione, disciplina, professione». Siano formati da sog- getto e predicato o enumerino una serie di valori, ognuno di questi slo- gan è un tassello del mosaico che ri- trae la convinzione e l’impegno del Tanzania e delle singole scuole nel campo educativo, perché l’istruzio- ne diventi sempre più ali- mento di dignità, libertà e sviluppo. MISSIONI CONSOLATA 28 SETTEMBRE 2002 Cippo della scuola elementare di Chalinze e alunni di una scuola cattolica. Mc

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