Missioni Consolata - Settembre 2002
mangiare: pane, verdura, quello che c’è. Le persone in fila maneggiano strani assegni, sul tipo di quelli che si usano nel gioco del monopoli. Si chiamano «ticket trueque» e la loro unità di misura sono i «crediti». Viviana ci spiega: «Ho comincia- to a vendere perché non avevo un credito. Adesso posso anche com- perare. Ma non le cose care!». «Questo posto ha un responsabi- le?» chiediamo. «Sì, sì. È quello lì al- l’entrata». LE TORTE DEI DISOCCUPATI Quando finalmente raggiungiamo l’entrata, siamo accolti da un signo- re con capelli nerissimi e baffi. «Ho- racio Cavalieri, coordinador» si leg- ge sul cartellino appiccicato allama- glia. «Stiamo diventando famosi - ci di- ce aprendosi in un ampio sorriso -. Oggi c’è anche una troupe televisiva francese a fare delle riprese nel no- stro mercato». «Il trueque è una risposta concre- ta alle esigenze della gente. Siamo il contrario del governo, che non dà ri- sposte al bisogno di lavorare. Noi, invece, siamo generatori di lavoro. Il principio di base è l’aiuto reci- proco. Migliaia di argentini oggi stanno vivendo soltanto grazie alla rete dei club di trueque». La signora Maria Cristina Mara- belli è un’altra coordinatrice del no- do de La Boca. «Come funziona un mercato sen- za denaro? Significa che ognuno si arrangia con quello che sa fare. Tut- ti noi abbiamo qualcosa di speciale. Tutti noi, in un periodo di crisi, ab- biamo interesse ad aiutarci recipro- camente per creare un sistema au- tosufficiente. C’è chi viene al trueque per offri- re i propri prodotti agricoli, chi il ci- bo cucinato a casa, chi le proprie prestazioni di estetista o parruc- chiera, chi le proprie abilità di sarta. Ma non mancano neppure i profes- sionisti più accreditati: medici, den- tisti, psicologi». Lasciamo i coordinatori per aggi- rarci un po’ tra le decine di ban- chetti, raggruppati all’interno di un grande capannone e nei cortili e- sterni della scuola salesiana. C’è tan- tissima gente, che vende di tutto: dai vestiti ai giocattoli, dalle torte alle empanadas . La nostra curiosità non passa i- nosservata. Siamo avvicinati da una signora di bassa statura e corpora- tura piuttosto robusta, che ha voglia di parlare. - Da dove viene, signora? - Dalla Sicilia. Mi chiamoGiuseppi- na Coppola. Arrivai a Buenos Aires nel 1951. - Allora, signora Giuseppina, provi a spiegarci questo strano mercato... - Potrà apparire strano, ma è ne- cessario. Questa crisi dell’Argenti- na ci ha riportato indietro nel tem- po: a scambiare le cose. Avete già visto che qui dentro si può trovare di tutto. - Come si regola nelle compraven- dite? - Ogni biglietto vale 0,50 di peso . U- no calcola più o meno quanto può ottenere dando una cosa e poi torna MISSIONI CONSOLATA 21 SETTEMBRE 2002 «La nostra realizzazione come esseri umani non deve essere condizionata dal denaro» (princìpi del trueque). Dal trueque di «La Boca»: bottega di parrucchiere; il coordinatore (a destra); bibite e macedonia (sotto). (continua a pagina 24)
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