Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002
diti somali ( shifta ) negli anni ’60, sulla rotta Isiolo- Marsabit, ai personaggi attuali che hanno raggiun- to i gradini più alti della scala politica. Gli aneddo- ti sono una legione. Tuttavia la «nostra» ri- vista è diventata interna- zionale e bisogna giusta- mente dare spazio a tutti. Giorgio Ferro Eldoret (Kenya) Le sue storielle, signor Giorgio, non sono affatto tali, ma tessere di un complesso mosaico. Ben vengano dunque! E con- trolli quanto abbiamo ri- portato a pagina 28-30. I fucilati del Martinetto Il 5 aprile di ogni anno si commemorano i caduti del Martinetto di Torino. In tale giorno del 1944 fu- rono fucilati dai nazifasci- sti gli otto componenti del Comitato militare di Libe- razione del Piemonte, co- mandato dal generale Giuseppe Perotti. Il 25 aprile si festeggia la Liberazione. È una ri- correnza che ricorda la fi- ne di un periodo storico e tragico per l’Italia. Va ri- badito che, prima di tale data, sono state affrontate lotte e sofferenze inaudite fino al sacrificio della vita. La libertà e la democrazia furono conquistate nel tempo anche da persone che sostennero, moral- mente e civilmente, vari partigiani e deportati. Sono da ricordare anche i missionari della Conso- lata che, durante il Fasci- smo e la Resistenza, assi- stettero tanti carcerati po- litici nelle prigioni Le Nuove di Torino. Il Comitato «Nessun uomo è un’isola» intende ricuperare il legame stori- co tra i missionari della Consolata e il carcere giu- diziario Le Nuove . Per ta- le ragione è stato invitato il giovane missionario to- rinese, Ugo Pozzoli, a presiedere l’eucaristia nel- la cappella centrale, una volta destinata alle funzio- ni religiose per i detenuti e oggi alla santa messa nella seconda e quarta do- menica di ogni mese. Padre Ugo ha ricordato i confratelli che operaro- no nel carcere, mettendo in risalto come lo stesso beato Giuseppe Allama- no, fondatore dei missio- nari della Consolata, si fosse interessato alla vita carceraria. Infatti, il 16 febbraio 1895, avviò il processo di beatificazione dello zio Giuseppe Cafas- so, il prete degli impiccati. «Nessun uomo è un’iso- la» si augura di collabora- re ancora con i missionari della Consolata sia per un dovere di memoria stori- ca, sia per ribadire i prin- cipi della convivenza civi- le, sia per stimolare la cre- scita umana delle nuove generazioni, cui i missio- nari rivolgono speciale at- tenzione. In occasione della festa della Liberazione, si rin- graziano i missionari della Consolata per la loro par- tecipazione storica al mi- gliore trattamento dei car- cerati presso Le Nuove di Torino, nonché per il con- tributo umano e spirituale all’affermazione dell’Italia unita, libera e democrati- ca, oggi parte integrante della Comunità europea e sesta potenza economica mondiale. prof. Felice Tagliente Torino Felice Tagliente è presi- dente del Comitato «Nes- sun uomo è un’isola»... Oggi padre Ugo è missio- nario in Ecuador. Voci fuori del coro Caro direttore, esprimo il mio apprezza- mento per gli articoli di P AOLO M OIOLA e per la posizione assunta da Mis- sioni Consolata (cui i miei genitori sono abbonati) sugli avvenimenti di Ge- nova e New York: una po- sizione aperta a più voci, equilibrata; equilibrata proprio perché a più voci. Sono stato in Kenya con l’associazione di p. Giordano Rigamonti «Impegnarsi serve». Mi ha colpito ciò che ho visto e quanto mi hanno rac- contato i missionari della Consolata e i volontari sulla situazione sociale del paese, simile a quella di tanti altri stati sub- sahariani. Tornato a casa, ho cer- cato una risposta alla fa- stidiosa domanda: «c’è un legame tra la miseria e l’ingiustizia in cui vivono tanti popoli e il nostro be- nessere?». Ho trovato delle risposte (parziali, certo, ma convincenti) ne- gli interventi di padre Za- notelli e di altri cattolici (vescovi, teologi e «sem- plici» laici) che cantano «fuori dal coro». Secondo me, c’è pro- prio un coro, cui si aggre- gano purtroppo tanti cat- tolici (compresi sacerdoti e religiosi consacrati), che cantano: «Va tutto bene, va come deve andare e noi viviamo nel migliore dei mondi possibili». Un coro che alza la voce per sovrastare altre voci de- boli e (per ora) divise. Quanto a voi, grazie perché presentate vari punti di vista per ricorda- re che la verità è più sfac- cettata e distribuita di quanto crediamo per pi- grizia mentale (o addirit- tura cattiva coscienza). Fabio Dechigi Firenze «Cos’è la verità?» chie- se Pilato a Gesù. Ma non attese la risposta. Accettò che Gesù fosse ucciso... «lavandosi le mani» (cfr. Gv 18, 38; Mt 27, 24 ) . MISSIONI CONSOLATA 8 LUG.AGO. 2002 Errata corrige Per cause indipendenti dalla nostra volontà, «Missioni Consolata» di maggio 2002 (pagina 66) contiene un errore: le parole «anitra» e «mumz» sono da correg- gersi rispettivamente in «mitra» e «munizioni». Ci scusiamo con i lettori e l’autrice Oriana Fallaci.
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