Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002

MISSIONI CONSOLATA 67 GENNAIO 1998 malo o angolano non godono di alcuna forma di tutela e, se vengono dilaniate da una mina prodotta dalle fab- briche dello stesso colosso imprenditoriale e finanzia- rio che controlla la Juventus, nessuna borsa crolla, nes- suno stadio si svuota, nessun mercato si «deprime»... Se un allenatore di serie A riesce a percepire milioni di euro anche dopo esser stato esonerato, perché il con- tratto firmato a suo tempo gli dà ragione, è chiaro che questo denaro dovrà in qualche modo essere recupe- rato dai suoi ex padroni e sponsor vari, anche perché una cifra pressappoco uguale sarà finita, nel frattempo, nelle tasche del nuovo trainer . Allora è inevitabile che, prima o poi, liquidazione d’indennità, diritto alla rias- sunzione con l’articolo 18, diritto alla contribuzione, diritto alla pensione vengano negati (omessi in seria di- scussione) allemigliaia di persone il cui stipendiomen- sile era o è 1.000 - 10.000 volte inferiore a quello per- cepito da ognuno dei 2 allenatori. P er risolvere queste contraddizioni e molte altre, i rimedi non sono e non potranno mai essere quelli proposti dal governo Berlusconi o da Confindustria. Non è colpa dello « Statuto dei lavora- tori », se certe industrie non attraversano un buon momento e se le casse dello stato non sembrano più in grado di pagare altre pensioni, ma del fatto che questo Statuto (a cominciare dall'articolo 18) raramente è stato applicato. Ci si è comportati come se non esistesse. In Italia troppe leggi non vengono rispettate e troppi trasgressori non vengono puniti; troppo facilmente i furbi vengono premiati e c'è troppo inco- raggiamento a forzare i testi legislativi in modo che il male diventi bene e il bene male . Le cifre astronomiche che lo stato ha speso a causa degli incidenti sul lavoro (prima dell’avvento dell'euro, la rimessa annua si aggirava attorno ai 55 mila miliardi di lire), degli incidenti stradali (prevalentemente pro- vocati da alta velocità), delle alluvioni, del dissesto idro- geologico, dell’inquinamento di aria, acqua, suolo... non si recuperano mostrando i muscoli ai sindacati, ir- rigidendo la mascella davanti ai microfoni e ripetendo all’infinito: «Il governo andrà avanti per la sua strada, la maggioranza del paese è con noi...». L’abusivismo edilizio, le tangenti, la mafia degli ap- palti, il racket non si contrastano con la flessibilità . La mortalità e gli infortuni nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi, sulle navi e sui pescherecci non diminuiranno abolendo l’articolo 18 ; è assai più probabile che au- menteranno e lo stesso avverrà col mobbing , col capo- ralato, coi ricatti e le molestie a sfondo sessuale e con i controlli-burletta da parte degli ispettorati del lavoro. Contro il lavoro minorile (in Italia almeno 300 mila bambini che non dovrebbero lavorare vengono co- stretti invece a farlo), le tratte delle cinesi e delle nige- riane, dei kurdi e dei singalesi, le prepotenze degli sca- fisti e di tutti i nuovi schiavisti, la risposta non può es- sere la desindacalizzazione... L e evasioni fiscali, i paradisi fiscali, le bande degli estorsori e degli usurai sono realtà che le ricette del liberismo e della «deregulation» possono so- lo aiutare a espandersi, come è accaduto in tanti altri paesi, compresi gli Stati Uniti. Il terrorismo, la dipendenza da droga e alcool, da lot- terie, quiz (adesso in Argentina, con 5 milioni di disoc- cupati il posto di lavoro è diventato la... posta in gioco tra i concorrenti che partecipano ai telegiochi) e video poker , il tabagismo, l’imbarbarimento delle relazioni all’interno dell’istituzione familiare, il fascino perverso che le attività criminali esercitano sulle giovani genera- zioni... non si prevengono deridendo « il mito del po- sto fisso » e bollando come «sognatori» e «nostalgici» coloro che aspirano semplicemente a un lavoro sicuro e dignitoso e lottano perché una retribuzione decoro- sa sia garantita a tutti. Le ecomafie, le zoomafie, le piccole e grandi truffe ai danni dello stato e dei singoli consumatori, le frodi ali- mentari non si debellano con le privatizzazioni, i con- doni, la riduzione delle superfici dei parchi nazionali e con la denigrazione di chi «osa» suggerire una politica di rilancio dei lavori socialmente utili... Fonti: «Licenziano la madre, suicida a 14 anni» (in Corriere della Sera , 13/10/1999, pag.19); «Non fermiamo il girotondo» (whs Retebrescia Handicap International , 1995); «Lo sdegno di Cacciatori» (in la Repubblica , 16/11/2000, pag. 57); «Quando Biagi veniva in Africa» (in la Repubblica /Bologna, 24/03/2002, pag. 1); «Il meno flessibile?D’Amato» (in Avvenire , 17/04/2002, pag. 3); «Circus» ( RaiTre , 11/01/2000).

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