Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002

del ricorso presentato dal ministero della Giustizia. Questo infortunio deve aver instillato il genio della prudenza nellamente dei leader del- la chiesa, che alla fine hanno optato per un profilo più basso. Secondo il portavoceMichael Ot- terson, «abbiamo scelto una manie- ra di fare pubblicità alla nostra reli- gione con tatto, senza sembrare una corporation commerciale. La chiesa è stata attenta, fin dal principio, a camminare in equilibrio tra il soste- gno dei Giochi e del Comitato or- ganizzatore, e la necessità di agire in una maniera che non arrecasse dan- no agli sforzi compiuti dall’intera comunità dello Utah, e non solo dai mormoni». Una posizione apprezzata da mons. George Niederauer, vescovo cattolico di Salt Lake City, che ha fatto il paragone col 1960, quando le Olimpiadi si svolsero nella città del Papa: «È una sfida stare con gra- zia nella maggioranza, così come nella minoranza». Per dimostrare che non erano so- lo parole, i mormoni hanno accet- tato di partecipare all’ Interfaith Round table , un forum che voleva sottolineare il contributo di tutte le religioni ai Giochi, anche se loro e- rano il gruppo dominante. E il pre- sidente del Comitato organizzatore, il mormoneMitt Romney, ha garan- tito che nell’America multietnica e multiculturale ci fosse lo stesso trat- tamento per tutte le fedi. Stare nel- lamaggioranza con grazia, del resto, sarebbe una sfida per chiunque. «Noi - disse il presidente Hinck- ley durante la Conferenza generale dei suoi fedeli nell’aprile del 2000 - siamo profondamente incompresi, e temo che una larga parte di questo problema dipenda da noi stessi. Possiamo essere più tolleranti, più aperti ai vicini, più amichevoli, più di esempio di quanto non siamo sta- ti nel passato. È necessario insegna- re ai nostri figli a trattare gli altri con amicizia, rispetto, amore e ammira- zione. Ciò produrrà risultati molto migliori di un atteggiamento basato sull’egoismo e l’arroganza». Nonmale come autocritica per u- na sètta che, almeno in casa propria, rappresenta la stragrande maggio- ranza. La Church of Jesus Christ of Latter-day Saints , infatti, fondò loU- tah nel 1847, scappando verso l’O- vest per sfuggire alle persecuzioni a Est. I seguaci credono in Cristo, a modo loro, ma lo mettono sullo stesso piano dei loro profeti, che tra le altre cose adottavano la poliga- mia. AL BANDO ALCOOL E CAFFÈ È difficile, per un gruppo del ge- nere, non far sentire il proprio peso a chi sta vicino. Per esempio, se la mattina andan- do al lavoro ti fermi a bere un caffè al bar, o a pranzo prendi un bic- chiere di vino, hai già dimostrato di essere nella minoranza. Le leggi dei mormoni, infatti, vietano tanto l’al- cool quanto la caffeina calda, e que- ste regole ricadono su tutti gli abi- tanti e i visitatori delloUtah. Per an- dare a bere in un pub, infatti, bisogna esseremembri presentati da un membro, e non si può ordinare più di un drink a sera. Invece i risto- ranti, se hanno la licenza per gli al- colici, devono tenerli nascosti dal- l’area dovemangiano anche gli aste- mi. Fare proselitismo con queste regole, durante una festa come leO- limpiadi, era difficile in partenza. E MISSIONI CONSOLATA 61 LUG.AGO. 2002 Mormoni nei costumi di metà ’800 (ad uso dei turisti). A lato: gli splendidi scenari naturali dello Utah.

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