Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002
I leaders africani devono restare al potere per tutta la vita? C’è una generazione di leaders che si sentono «padri della patria» e ri- tengono intollerabile essere sbalzati dal potere; solo la morte naturale è per essi accettabile. Alcuni possono farsi da parte spontaneamente, come hanno fatto Julius Nyerere in Tan- zania eNelsonMandela nel Sudafri- ca. Altri sono rimasti fino allamorte, come Jomo Kenyatta nel Kenya. La sostituzione di queste figure me- diante le elezioni hanno prodotto traumi politici, come in Zambia, do- ve KenethKaunda, primo presiden- te, ha perso le elezioni, è statomesso in prigione e ha rischiato di perdere la nazionalità zambiana. Mugabe sarà capace di lasciare il po- tere come Nyerere o Mandela? Se la situazione volgerà al meglio, Mugabe introdurrà una legge che gli permetta di nominare un successore al capo del suo partito e di affidargli la presidenza del paese, fino al ter- mine del mandato di sei anni. Sia chiaro, tuttavia, che egli non ha in- tenzione di fare la fine di Keneth Kaunda: non vuole affrontare rap- presaglie, processi giudiziari o pri- gione; perciò non se ne andrà senza garanzia d’immunità. Ed è saggezza democratica accordargliela. La de- mocrazia reale è fatta di compro- messi, non solo in Africa. In sostanza, ritieni che i «padri del- la patria» non accettino di essere ri- mossi dal potere, mentre per i loro successori sarà più facile sottostare al responso delle urne? La nuova generazione di politici sta entrando a poco a poco nel pro- cesso democratico delle elezioni. Il Tanzania ne è un esempio: il «padre della patria», Julius Nyerere, ha la- sciato spontaneamente la presiden- za e ha passato il testimone aMwiny, che ha governato per due periodi. Il successore, Nkapa, presentatosi co- me candidato in regime di multipar- titismo, è stato eletto presidente, si è ricandidato e ha vinto nella seconda tornata elettorale. La costituzione non prevede una sua terza candida- tura. Sono certo cheNkapa non farà niente per cambiare la legge. Così procede l’esercizio di demo- crazia in Africa, con tutti i suoi pre- gi e difetti. Nel giro di dieci anni i «padri della patria» saranno scom- parsi; ma con quelli ancora in vita non bisogna aver fretta di scalzarli dal potere e, in caso di rinuncia vo- lontaria, devono avere la garanzia di vivere in pace nel proprio paese. In conclusione, gli stati africani so- no avviati sul sentierodi una certade- mocrazia. In politica non sempre si raggiunge il bene ideale; né tutto è giusto ed etico. Qualche volta il compromesso serve per evitare mali peggiori. MISSIONI CONSOLATA 49 LUG.AGO. 2002 Vita nei campi e il centro di Bulawayo, la città più importante dopo la capitale Harare. Mc
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