Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002

tinenti. Bisogna conoscere meglio ciò che accade dietro le quinte. Le elezioni in Zimbabwe sono ora- mai storia passata? I tentativi di sta- tisti europei e africani di riportare Mugabe dentro confini di saggezza e migliorare la situazione del paese sono inutili? Bisogna rassegnarsi al meno peggio? Le elezioni non sono storia passa- ta; così pure i tentativi di non isolare governo e presidente del paese. Il leader sudafricano Tabu Mbeki, ac- cettando il risultato delle elezioni, ha fatto solo il suo dovere di politico. In questi giorni Mugabe e l’opposizio- ne stanno dialogando sotto l’arbi- traggio dellaNigeria. Si tratta di una vera mossa strategica e politica: per cambiare le cose, in politica, bisogna lottare per giungere al potere. In ta- le lotta, però, bisogna usaremezzi ra- gionevoli, fare compromessi. Le op- posizioni devono essere più allenate a scendere a compromessi. In Zimbabwe le cose rimarranno sempre le stesse? Non credo. Gli osservatori nige- riani, norvegesi e parlamentari della Comunità di sviluppo dell’Africa Australe, incaricati di sorvegliare lo svolgimento delle elezioni in Zim- babwe, hanno dichiarato che all'e- lettorato non è stato permesso di e- sprimere la propria volontà in modo libero e pacifico; le elezioni si sono svolte in «un clima di paura e di vio- lenza»; «troppo spesso le forze del- l'ordine non sono intervenute in casi di denunce di violenze e gravi inti- midazioni» da parte di «corpi para- militari, giovani e gruppi filo-gover- nativi». Tali critiche lasciano il segno. Ma in Zimbabwe esiste una crisi politica: la ridistribuzione delle ter- re è un problema reale e sarà supe- rato. Ma per risolverlo c’è ancora bi- sogno del contributo di Mugabe. In che modo? Per oltre 20 anni Mugabe è stato tollerante con i proprietari terrieri bianchi. Come attore nel teatro po- litico, egli non rivela tutto quello che realmente ha fatto e sta facendo. Non ha commesso solo degli errori. Lui e il suo governo sono in comu- nicazione con Gran Bretagna, Au- stralia, Belgio ecc. molto di più di quanto si dica e si pensi. Tra le clas- si politiche di detti paesi esistono concordanze, che al momento non vengono rivelate. Persino una parte della popolazione bianca dello Zim- babwe non è totalmente controMu- gabe: alcuni lo vedono come unma- le minore. Sarà la storia a dire dove sia la verità dei fatti. Perciò su Mugabe non si dovreb- be fare pressione perché abbandoni il potere con una sconfitta politica. Il sostegno che egli gode da parte di molti leaders africani non è contrario alla democrazia; essi non arriveran- no mai a giustificare apertamente una sconfitta del genere: perdereb- bero la propria legittimità. MISSIONI CONSOLATA 48 LUG.AGO. 2002 In alto: Robert Mugabe durante la campagna elettorale. A destra: sostenitori dello sfidante Morgan Tsvangirai (MDC).

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