Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002
Che cosa pensi dei risultati delle ul- time elezioni presidenziali in Zim- babwe? Si è evitato il peggio. Il peggio, come ha più volte detto Mugabe, sarebbe «l’imperialismo britannico, la ricolonizzazione del paese, gli attentati dei nemici della pace e democrazia per favorire bu- rattini e servi degli imperialisti»? In Africa sono necessarie forze di opposizione. Dobbiamo certamente sviluppare delle alternative, ma lavo- rando a lungo termine e internamen- te, tra noi, evitando il più possibile di essere teleguidati dall’esterno. Secondo te, le pressioni e sanzioni «intelligenti», esercitate sui gover- nanti affinché promuovessero ele- zioni libere e democratiche, sono state interpretate come un tentativo britannico di ricolonizzare lo Zim- babwe? Sostanzialmente è stata questa l’in- terpretazione. Mi stupisce che la Gran Bretagna lo abbia ignorato. Se durante la campagna elettorale gli in- glesi avessero criticato meno Muga- be, sarebbe stato più utile all’oppo- sizione. Il loro modo di agire, inve- ce, ha prodotto l’effetto contrario: la gente comune ha creduto che gli op- positori fossero teleguidati dai colo- ni bianchi e dalla Gran Bretagna. Non sarà che Tony Blair abbia ap- poggiato Tsvangirai, candidato del- l’opposizione, per far sì cheMugabe rimanesse in sella? In politica tutto è possibile. Eppure il vescovo anglicano De- smondTutu ha detto di essere «mol- to, molto, molto rammaricato e de- luso che proprio il Sudafrica, soste- nitore di processi democratici, sia stato tra i primi paesi africani a di- chiarare tali votazioni legittime, li- bere e pacifiche...». I governi africani, secondo me, hanno giudicato che, tutto somma- to, legittimità, libertà e pace non sia- no state totalmente negate nell’eser- cizio del diritto di voto del popolo delloZimbabwe. Sarebbe potuto ca- pitare il peggio. In politica si deve fa- re il meglio possibile.Ma l’Africa ve- de la democrazia come un punto d'arrivo, da raggiungere attraverso un lungo processo; nondovrebbe es- sere «imposta» dall'alto. Intanto i paesi occidentali dovreb- bero sborsare miliardi di dollari per aiutare il continente a coltivare la propria «via africana» allo sviluppo e democrazia? I politici africani affermano che bisogna lasciare agli africani di svi- luppare le proprie strategie in mate- ria di buon governo e rispetto dei di- ritti umani. Per quanto riguarda i rapporti tra «Occidente sviluppato e Africa in via di sviluppo», penso che la via da percorrere sia quella della collaborazione, basata su un’u- guaglianza di fondo, anche in fatto di diritti di manipolazione della po- litica a favore dei rispettivi interessi: su questo punto i politici occidenta- li e africani concordano più di quan- to sembri; a scandalizzarsi sono solo quelli che non sono al potere. Ciò va- le per l’Africa come per gli altri con- MISSIONI CONSOLATA 47 LUG.AGO. 2002 Studenti in visita ad una celebre area archeologica del «grande Zimbabwe».
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