Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002

stranieri i terreni più belli, dove ven- gono poi costruite ville lussuose». In effetti, qui sono i capofamiglia che si costruiscono la casa, magari con l’aiuto di qualche vicino o pa- rente. Sono casette graziose, di le- gno e di pietra, con tanti fiori. «Noi amiamo la semplicità; non abbiamo il potere economico degli americani, coreani o giapponesi». Il governo ha incoraggiato l’inse- diamento di questi facoltosi stranie- ri, che tuttavia non portano benes- sere al paese. Le loro attività riman- gono a casa loro. Qui vengono solo per godersi una vita tranquilla, laghi, monti e spiagge. PAESE «ECOLOGICO» Sono molto attenti all’ambiente i kiwi . Greenpeace ha una sede ad Auckland ed è molto attiva; oggi sta lottando contro le cosiddette «spe- dizioni scientifiche» giapponesi, che non sono altro che licenza di ucci- dere centinaia di balene nell'Oceano meridionale. La commissione internazionale per le balene (Iwc) non ha mai com- missionato tale ricerca. Ma il Giap- pone paga regolarmente alcuni stati in via di sviluppo, affinché entrino a far parte dell’Iwc e votino a favore del progetto giapponese. Negli anni ’80 Greenpeace fu coin- volta e impegnata nella lotta contro gli esperimenti nucleari nella Poline- sia francese. La Rainbow Warrior , con bandiera Greenpeace , venne fat- ta saltare da due agenti francesi. Il fo- tografo di bordo rimase ucciso; i re- sponsabili condannati a 10 anni. La Francia reagì imponendo l’embargo sui prodotti neozelandesi. La popo- lazione scese in piazza contro il nu- cleare: si voleva impedire alle navi con armamenti atomici di attraccare. I rapporti con Usa e Australia, prin- cipali mercati per il paese, si incrina- rono. I due agenti vennero liberati nel 1991, dopo 6 anni di prigione, quando salirono al potere i conser- vatori. PATRIMONIO DELL’UMANITÀ Molto meno abitata di quella a nord, l’isola meridionale conserva ancora qualche tesoro naturalistico, salvato dalle difficoltà di comunica- zione. La strada che attraversa la ca- tena delle Alpi meridionali e collega alla selvaggia costa ovest, è stata a- perta solo negli anni ’60. Qui i ghiac- ciai arrivano a pochi chilometri dal- la costa sul mare di Tasmania. Un mare inquietante, con le sue onde lunghe, spiagge deserte, lagune bor- date da spettacolare foresta pluviale. Alberi endemici rari, eleganti felci arboree emolto flax , pianta usata da- gli indigeni per tessere abiti e stuoie. L’estremo sud-ovest è la regione dei fiordi, sempre avvolta da nebbie e pioggia, che in questi giorni estivi brilla di una luce serena, con le sue cascate, l’acqua limpida, il silenzio. Ora tutto è protetto, l’intera regione è stata dichiarata dall’Unesco patri- monio dell’umanità. Ma per secoli, fino a pochi decenni fa, si continuò a disboscare per far posto ai pascoli. Fin dove arrivavano le strade si ta- gliava; lo scempio è evidente in tutta l’isola. Ora si pratica il rimboschi- mento, ma con abeti americani, che non hanno nulla a che vedere con le preziose e delicate essenze endemi- che. Pare che qui gli alberi crescano a una velocità ben superiore allame- dia. Dopo trent’anni si tagliano e si vendono ai giapponesi. UN SALTO NELLE ISOLE FIJI È un paradiso tropicale, ma ci so- no grossi problemi. Me ne rendo su- bito conto, parlando col tassista in- dianoRajnesh. Suo nonno arrivò sul- l’isola con gli inglesi, che avevano bisogno di manodopera per le pian- tagioni di canna da zucchero. Da molti anni oramai la comunità in- diana ha superato in numero gli au- toctoni. L’ultimo presidente eletto e- ra indiano, ma fu estromesso da un colpo di stato. I fijiani vogliono riavere la terra che gli indiani hanno lavorato per cent’anni. È loro; ne avrebbero di- ritto; ma a lavorarla sono gli indiani. La questione non è facile da risolve- re. Intanto chi può se ne va. Rajnesh ha cercato di ottenere un visto per l’Australia, ma gli è stato sempre ne- gato. Solo chi dimostra di avere dei MISSIONI CONSOLATA 44 LUG.AGO. 2002 VESCOVO PIONIERE T T ra i pionieri giunti nei primi anni del- la colonizzazione, la chiesa cattoli- ca ricorda quest’anno il vescovo Pom- pallier, che arrivò per primo nel paese nel 1840. Il rispetto e l’affetto che di- mostrò sempre verso i maori, di cui imparò la lingua, ne fecero un perso- naggio benvoluto e molto popolare. Per richiesta popolare, le sue spoglie mortali sono state riesumate a Parigi e portate in questi giorni a Christchurch, in un’urna di legno di kauri scolpito. Le celebrazioni sono durate alcuni me- si. La teca, partendo da Dunedin, nel- l’estremo sud, è stata portata in un i- deale pellegrinaggio attraverso il pae- se, terminando nella cattedrale di St. Patrick, a Auckland, centro delle sue at- tività missionarie, dove il Pompallier visse per quasi 20 anni. F urono i padri e i fratelli maristi fran- cesi che giunsero per primi ad a- prire le scuole cattoliche. Oggi ci sono 350 diverse comunità re- ligiose, cristiane e non, nel paese. I cat- tolici sono circa 500 mila, distribuiti in 6 diocesi e 284 parrocchie. Gli ordini religiosi sono 45 e oltre 300 missio- nari neozelandesi nel mondo. Nel novembre del 1986 il papa visitò il paese e due anni dopo fu consacra- to il primo vescovo maori: Takuira Ma- riu.

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