Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002

privato, con prevedibili conseguen- ze negative in termini di equità so- ciale. Nello stesso tempo, accuse di gra- vi abusi medici (specialmente il pre- lievo illegale di organi negli obitori della polizia, durante e dopo gli an- ni dell’ apartheid ) sono arrivate di fronte alla «Commissione per la ve- rità e la riconciliazione del Sudafri- ca». America Latina: sussurri e grida Il primo caso accertato di traffico di organi è del 1987, quando inGua- temala vengono trovati 30 bambini destinati alla vendita dei loro organi a ricchi occidentali (cfr. Missioni Consolata , maggio 1987; la rivista - unica in Italia - denunciò il fatto). In seguito, decine di casi sono stati de- nunciati da associazioni umanitarie in Argentina, Messico, Ecuador, Honduras, Paraguay. In Brasile le accuse di rapimenti di bambini, furti di reni e commercio di organi, tessuti e altre parti del cor- po continuano, nonostante l’appro- vazione nel 1997 di una legge sulla donazione universale, volta a soffo- care le voci e a impedire lo sviluppo di un mercato illegale di organi. Egitto: per 15 milioni Il primo arresto per traffico di or- gani umani, destinati a trapianti, ri- sale al 1996, al termine di un’indagi- ne su un traffico di reni umani pre- levati da viventi appartenenti alle classi più povere, per un compenso di circa 15 milioni di lire. Moldavia: gli organi dei disoccupati L’allarme sul traffico di organi ar- riva dal ministro dell’interno della Repubblica Moldava, Vladimir Turcanu; alla platea della Scuola su- periore dell’amministrazione del- l’Interno, riunita per il convegno sulla tratta di esseri umani, ha rac- contato una storia agghiacciante: quella di 9 persone portate dalla Moldavia in Turchia, con un visto turistico, per vendere i loro organi. Un caso al quale si aggiunge quel- lo di altri 15 uomini tra i 25 e i 30 an- ni, trasportati prima inTurchia e poi in Georgia, sempre per vendere un rene ciascuno. Una denuncia, quel- la del ministro, che nasconde storie di miseria e disoccupazione. Il reddito di un lavoratore molda- vo è di 60 dollari al mese e la disoc- cupazione è altissima, tanto che in molti cercano di raggiungere paesi come l’Italia sperando di trovare un lavoro. Vendendo un organo in po- co tempo possono guadagnare ben 3 mila dollari e nessuno di loro, ha assicurato il ministro, è stato rapito o costretto a farlo. Il ministro ha rac- contato però anche di un caso di ra- pimento, quello di due bambini sot- tratti alla propria famiglia e venduti per appena 10-15 mila dollari. Italia: un rene per un lavoro Sospetti di un commercio di or- gani si sono affacciati più volte an- che in Italia in questi anni: dall’in- chiesta del 1990 su un presunto traf- fico di bambini dal Brasile, a quella avviata nel ’94 dalla procura di Ca- tania in seguito all’autodenuncia di un giovane indiano di avere ceduto un rene ad un italiano in cambio del- la promessa di un posto di lavoro, al- l’inchiesta che nell’estate del 1998 ha coinvolto il Policlinico di Roma. I COMPRATORI Si calcola che in soli tre anni, dal 1990 al 1993, in India (dove il com- mercio di organi da vivente è legale) siano stati venduti oltre 2.000 reni a malati benestanti provenienti da Eu- ropa e Medio Oriente. Secondo lamappa dei possibili ac- quirenti, almeno 960malati dei pae- si del Golfo Persico hanno acqui- stato un rene in India, Egitto, Iraq o Filippine, e oltre 650 persone del- l’Arabia Saudita hanno acquistato un organo in India. Se questo trend venisse conferma- to, affermano alcuni esperti, in India la maggior parte della popolazione più povera potrebbe trovarsi priva di un rene. È più cruda la realtà o la fantasia? 37 LUG.AGO. 2002 CONSOLATA MI SS IONI È... della Consolata Cari missionari, ho letto su la Repubblica 15/04/2002 di un trapianto di re- ne ad alta tecnologia, avvenuto al- l’ospedale Molinette di Torino. L’operazione, secondo il quoti- diano, avrebbe riguardato un sa- cerdote salesiano del Kenya e il rene sarebbe stato offerto dal cu- gino. Ebbene no. Il sacerdote (al quale vanno i miei auguri) è un missionario della Consolata. Lo so, perché sono infermiera nel re- parto... Anna Maria Torino Il missionario è Francis Wai- naina e ha lavorato anche in Co- lombia; il donatore si chiama Jo- safat (nipote, non cugino di pa- dre Francis)... Il giornale ha sottolineato l’eccezionalità del- l’intervento chirurgico. Ma è pu- re un bell’esempio di solidarietà familiare. Sguardi verso il futuro...

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