Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002
Maria Elena aveva studiato socio- logia all’Università e sapeva bene di raccontare una leggenda, come noi raccontiamo degli «orchi» ai nostri figli. Sapeva questo, ma sapeva an- che calare nella realtà del momento il panico che aveva sconvolto le mi- gliaia di famiglie della città. «Siamo in una profonda crisi eco- nomica: i nostri fratelli migrano nel mondo in cerca di lavoro, le nostre ragazze si prostituiscono, le nostre madri generano i loro figli nella tu- bercolosi e i nostri figli crescono sen- za poter alimentarsi come sarebbe loro diritto; ci stanno rubando anche la speranza di un mondo più giusto. La gente non ce la fa più; è questo che ha generato la paura. I sacaojos sono solo la materializzazione di quello che noi sentiamo nei nostri cuori; dopo aver rubato il grasso dei nostri “campesinos”, il rame delle nostre miniere, il guano delle nostre isole, il pesce dei nostri mari, dopo aver rubato i nostri migliori ragazzi per portarli a lavorare da voi, dopo aver rubato il corpo delle nostre ra- gazze, ora ci rubate anche gli occhi dei nostri figli. Questo è quello che sente la gen- te; so bene che non è vero, ma stai at- tento in questi giorni». La reazione più facile fu quella di un sorriso, ma questo mi si smorzò rapidamente quando ne discussi con Andrés. Andrés, regista cinemato- grafico, studi universitari alla Sorbona di Parigi, mi giurò di averne cono- sciuto uno; un suo vi- cino di casa a Mira- flores (quartiere borghese di Lima). Non lo chiamava «pishtaco», nean- che «nakaq» e nemmeno «sa- caojos»; lo defi- niva commer- ciante di un- guenti di origine umana, traffican- te di organi. Dopo un pri- mo brivido, gli ri- battei l’assurdità di tali affermazio- ni e che doveva vergognarsi di diffondere leg- gende e paure, proprio lui che era una persona colta e preparata. Però, nel fondo, un dubbiomi era rimasto. DALLE STORIE DI «ORCHI» AGLI INCUBI DI OGGI Sono passati anni da allora e il mio dubbio si è approfondito, invece di sparire. È infatti solo negli ultimi anni che tutti insieme abbiamo scoperto, al- l’interno della nostra società o ap- pena al margine di essa, cose inimmaginabili e che superano le favole degli orchi o, se volete, le rendono at- tuali. Un poco come avvenuto in Perù, dove i «pishta- cos» si sono tra- sformati in mo- derni «sacaojos». Sul commercio di organi umani, ho sempre reputato che questo fosse una «leggen- da urbana»: per la mia mente era infatti troppo distan- te, troppo cinico e crudele, troppo, troppo... Forse se fossimo stati al tempo degli schiavi, ma oggi proprio no... Ma, ripeto, tutti insieme abbiamo cominciato a scoprire alcuni aspetti dell’uomo (che non riusciamo anco- ra ad accettare) come realmente esi- stenti: - la pedofilia, da malattia del singo- lo (l’orco) a commercio infame
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