Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002
costanti. La disgrazia veniva attri- buita all’ira degli spiriti, offesi da qualche malefatta della gente». Il catechista insistette, dicendo che i cristiani non temono il potere di ta- li spiriti. E poiché la gente non op- pose alcuna difficoltà, dal momento che i cristiani avrebbero usato il luo- go sacro per venerare i propri spiri- ti, il capo acconsentì. «A vostro ri- schio e pericolo» aggiunse lavando- si le mani. «Piano piano - contina padre Ra- mon - i cristiani ripulirono l’altura. I più zelanti avrebbero voluto abbat- tere anche gli alberi secolari, per can- cellare ogni traccia di superstizione, ma i missionari ordinarono di non toccarli. Eliminata la sterpaglia, fini- rono gli incendi: un fatto portento- so agli occhi di tutta la popolazione del villaggio. La gente continuò a frequentare la collina con i propri riti, finché un giorno una vecchietta tornò indietro trafelata e domandò al catechista: “Chi c’era oggi sulla collina? Chi era l’uomo bianco, con la lunga veste bianca e un libro in mano?”. “Nes- suno. Oggi non vi abbiamo fatto la preghiera” rispose il catechista. “No, no! - insisteva la donna -. Ho visto un uomo vestito di bianco, che leg- geva e pregava con un grosso libro in mano”. “Sarà lo spirito del nuovo culto cristiano, la religione della bib- bia” spiegò il catechista divertito. La notizia della visione si sparse in un baleno e i cristiani si affrettarono a spianare la collina, costruire la cap- pella e altri modesti fabbricati: oggi tutta l’altura è a disposizione dei cat- tolici, con tanta invidia dei prote- stanti che, arrivati molto prima di noi, non hanno avuto tanto coraggio e fantasia». DESERTO... SENZA CATTEDRALE Ancora 20 km e siamo in vista di Dianra Centro. Passiamo davanti al- la fabbrica per la lavorazione del co- tone, quindi tra un modesto motel e belle case per gli impiegati della fab- brica, infine arriviamo nel grosso del paese: case inmuratura e capanne di fango allineate lungo due strade che s’incrociano a sghimbescio. Svoltiamo a sinistra e siamo nella missione. Sembra di essere in un pic- colo deserto: il sole canicolare è allo zenit; il termometro sfiora i 40° al- l’ombra, ma è un caldo molto secco, bendiverso da quello umido del sud. Le strutture sono ridotte all’osso: una modesta cappella, un piccolo centro per i catechisti, ancora in co- struzione, e l’abitazione dei missio- nari, simile a un minuscolo cubo in muratura, per metà usato come sala da pranzo e d’accoglienza; il resto a- dattato a camerette, in cui si sta co- me sardine. «L’evangelizzazione della zona di Dianra - spiega padre Ramon - è ini- ziata nel 1985: un padre arrivava in motocicletta da Mankono, 110 km MISSIONI CONSOLATA 19 LUG.AGO. 2002 Sopra: capanne e granaio di un tipico villaggio dei senufo . Accanto: cappella di Dianra. In basso: una donna modella un vaso di creta.
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