Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2002
so, nell’accompagnare i due disce- poli di Emmaus, «cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferi- va a lui» ( Lc 24, 27 ). Sarebbe come se, per esaltare e valorizzare in lette- ratura un autore moderno italiano, si eliminasse Dante! E infine, l’eterna questione sul peccato originale . È un po’ di moda ridicolizzare i racconti della Genesi e coloro che li accettano. An- drei invece adagio a scagliare fulmi- ni o proferire giudizi di anti-moder- nità su un’opera altamente «poeti- ca», oltre che religiosa, qual è il libro della Genesi. Chi prendesse in mano il ponde- roso volume di 440 pagine del rabbi Rashi di Troyes (1040-1105), dal ti- tolo «Commento alla Genesi», tro- verebbe che il «fermarsi su ogni pa- rola della Scrittura, è una ricerca do- minata da un irresistibile slancio ad andare oltre il senso letterale dei te- sti, per coglierne il profondo e mi- sterioso significato». Sulla intrigante dottrina del pec- cato originale, occorre tenere pre- sente, anzitutto, che va letta in chia- ve «religiosa» o di fede, a causa del rapporto misterioso tra uomo-crea- to e Dio. Come l’ha visto Paolo nel- la Lettera ai Romani: da una parte A- damo e dall’altra Cristo; da una par- te l’origine del male, il «mistero di iniquità» ( 2 Tess 2, 7 ) e, dall’altra, il «mistero della grazia» ( 1 Tim 3, 16 ). Perché Adamo è ciascuno di noi. «Dove è abbondato il peccato, ha so- vrabbondato la grazia» ( Rom 5, 20 ). Inoltre va tenuto presente che u- na cosa è accettare l’esistenza del peccato originale, un’altra è l’inve- stigazione sulla sua natura, aperta a nuovi sviluppi. I padri greci, ad esempio, sono più sobri e con mano più leggera dei la- tini e di sant’Agostino, tallonato dal pelagianesimo e portato a sottoli- neare il racconto con qualche riga in più; fino a Lutero e ai cinque cano- ni del Concilio di Trento (secondo il quale però il peccato originale non ha corrotto radicalmente l’uomo). Così si può dire che ogni uomo che mette piede sulla scena di que- sto mondo, per recitare la sua parte, non inizia dal punto zero; molti altri sono entrati in scena prima di lui, sollevando polvere, impregnando l’ambiente di fumo, dicendo e com- piendo balordaggini... Pertanto al nuovo venuto risulta difficile la re- spirazione. Se poi costui accende u- na sigaretta, contribuisce, per parte sua, a deturpare l’atmosfera. MISSIONI CONSOLATA 14 LUG.AGO. 2002
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