Missioni Consolata - Giugno 2002

MISSIONI CONSOLATA 63 GIUGNO 2002 B rasilia è una delle poche città al mondo (insieme conWashing- ton) ad essere stata totalmente decisa e pianificata da un gruppo di architetti e urbanisti. In effetti, ametà degli anni Cinquanta, essendo diven- tata insufficiente Rio de Janeiro, il go- verno brasiliano decretava che una nuovissima capitale doveva essere co- struita al centro del paese; una città, simbolo del futuro del Brasile e del- l'umanità. La sua costruzione diventò una sfida, dal momento che la più vi- cina strada asfaltata si trovava a 600 chilometri e la più vicina ferrovia a 125 chilometri. Dopo una serie di lavori titanici, Brasilia fu inaugurata il 21 aprile 1960 alla presenza di 150 mila invitati. Fin dal 1964 i missionari della Consolata avevano voluto parteci- pare all’avventura di Brasilia con la costruzione della parrocchia «No- stra Signora della Consolata», una delle prime aperte nella nuova città. Attualmente vi lavorano tre missio- nari: Giuseppe Galantino, Oreste Ghibaudo e Serafino Marques; gli ultimi, due sono «giovanotti» di 84 e 77 anni. Con loro vi è un diacono permanente, José Luiz de Oliveira Jesus, uno dei pilastri della pastora- le, che interessa ben 20 mila fedeli. Ed è proprio nella modernissima e avveniristica Brasilia che, il 20 giu- gno scorso, ho celebrato la festa del- laConsolata.Ma ero ben lontano dal- l'immaginare ciò che avrei vissuto. LA «VISITA» DI MARIA La festa della Consolata, a Brasilia, si comincia a preparare un mese pri- ma, grazie a un centinaio di volonta- ri che lavorano insieme agli agenti pa- storali. Catechesi speciali vengono proposte soprattutto ai ragazzi, per- ché possano meglio comprendere il ruolo di Maria nella storia della sal- vezza. Durante la novena, poi, ai par- rocchiani è data la possibilità di ap- profondire la loro vita cristiana. La chiesa (ma anche i quartieri del- la parrocchia) viene addobbata con bandierine, fiori e nastri. Io stesso ho visto sul muro di unpalazzo di 12 pia- ni un'immensa corona del rosario, fatta di palloncini bianchi e blu. La vi- gilia della festa, i catechisti vanno in ogni quartiere a incontrare i giovani e parlare loro della Madonna. Ma la cosa più straordinaria (o più curiosa) deve ancora arrivare: è «la vi- sita» che la Consolata compie in tut- ti i quartieri della parrocchia. Sono le ore 15, e padre Galantino incomincia ad inquietarsi: «Dov’è il diacono?». È lui, infatti, che ha orga- nizzato l'insieme delle celebrazioni con altri volontari. Mi confida il par- roco: «Non ho mai visto una parroc- chia simile; qui davvero non sono i preti a tirare la carretta, ma i laici! Ve ne sono centinaia che portano avanti lamaggior parte del lavoro pastorale. E che organizzazione!». La polizia (due vetture e otto mo- to) arriva alle 15,20. La radio è pron- ta, dal momento che tutte le celebra- zioni saranno trasmesse in diretta dal- l'emittente Nova Aliança de Brasilia . Puntualmente, alle 15,25, le tre mac- chine della scorta sono nel cortile. Arriva anche mons. Geraldo de E- spirito SantoAvila, vescovo dell'eser- cito brasiliano. Aquesto punto il car- ro della Madonna «esce» solenne- mente dal cortile delle missionarie della Consolata, dove è stato prepa- rato e ornato: su una vettura, coper- ta di paramenti bianchi e blu e di fio- ri, troneggia la statua della patrona. Oggi Maria va a visitare i suoi fedeli! Mi avevano detto che i brasiliani non brillano per la puntualità. Ebbe- ne: o gli abitanti di Brasilia non sono brasiliani o io devo rivedere i miei pregiudizi... La visita doveva comin- ciare alle 15,45; dopo essere passati negli otto quartieri della parrocchia, si ritornava nella chiesa centrale per Brasilia: la chiesa dedicata alla Madonna Consolata e alcuni bambini dell’asilo. (continua a pagina 68)

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