Missioni Consolata - Giugno 2002
zioni tramandate oralmente o per iscritto o di padre in figlio, ma solo attraverso il sogno e viene affidata ad un personaggio un po’ medico e un po’ stregone, chiama- to curandero , il quale è tanto più apprezzato quanto più ha sognato, utilizzando in modo del tutto personale, il frutto dei propri sogni. Le credenze, soprattutto quelle religiose, condizio- nano le pratiche mediche tradizionali. Nell’olimpo reli- gioso dei maya dell’altopiano del Chapas si osserva una contemporanea presenza di santi cattolici e divinità in- digene preispaniche, un tentativo di conciliare cristia- nesimo e pensiero pagano. In primo luogo vi sono le di- vinità benefiche, ossia gli «dei del cielo» (Gesù Cristo, la VergineMaria e alcuni santi); seguono gli «dei che so- stengono i quattro punti cardinali», divinità che vengo- no associate ai colori: il dio bianco d’oriente per la piog- gia, quello bianco del nord per il mais, il dio colorato del sud per il vento e quello nero dell’occidente delegato al- la morte. Vi sono infine le «divinità della terra», che hanno la massima importanza per la salute dell’uomo, agevolan- dola od ostacolandola. Sono rappresentate da spiriti so- prannaturali, anch’essi associati ai colori: rosso, bianco e verde. Malattia e stregoneria sono legate a queste di- vinità e a come vengono «contattate» sia dai medici pra- ticanti che dagli stregoni. L’ultima categoria, la più nefasta, è quella che com- prende gli «dei del mondo inferiore», esseri malvagi che presiedono alle forze del male e alla morte. L’animale compagno Nella vita di un maya ha una grande importanza «l’a- nimale compagno» ossia un essere animale che rappre- senta la proiezione immateriale dell’individuo. Quando una madre partorisce, il curandero pone sul tetto della capanna diversi simboli di animali: quello che sarà po- sto nel momento del primo vagito sarà il simbolo del- l’animale compagno. Presso gli indigeni maya le malattie possono essere di provenienza naturale o soprannaturale: sono naturali le infermità passeggere (raffreddore, diarrea, angina, ecc.); soprannaturali invece (e sono la maggioranza) quelle mandate dagli dei del cielo, della terra o del mondo in- feriore. Paralisi, idiozia, strabismo, schizofrenia, rap- presentano castighi divini. Inoltre ci si ammala anche ogni volta che si nuoce all’animale compagno. Anche i medici sono divisi in categorie: il ts’ak (ag- giusta ossi) cura le infermità muscolari e ossee; l’ ilol cu- ra gli stessi mali, ma con tecniche esoteriche che agisco- no sullo spirito del malato; il me’ santo utilizza so- prattutto rituali magici e la ventriloquia, intesa come divinità parlante racchiusa in un ta- bernacolo. Il sogno non è un avvenimento piacevole per i maya: sono timo- rosi dei sogni, perché possono portare più danno che vantaggio. Infatti essi credono che, quando una perso- na sogna, il suo spirito si separa dal corpo e vaga libero; nello stesso momento «l’animale compagno» esce dal suo rifugio sulla montagna sacra e vaga per luoghi sco- nosciuti. La vita dell’uomo e quella dell’animale sono le- gate allo stesso destino e sono facile preda di spiriti ma- ligni e di stregoni. I sogni più temuti sono quelli in cui l’indigeno crede di sedurre una donna, o si vede offrire succulenti cibi di carne di mucca, gallina, tacchino, maiale, oppure be- vande come la chica (acquavite).Ma il più temuto è il so- gno che porta alla «perdita dell’anima» e che procura una morte lenta, una lunga agonia senza alcun rimedio. Come si diventa curandero? La volontà di diventarlo non conta: se gli dei lo vorranno, in qualsiasi momento, anche nella vecchiaia, il predestinato avrà un sogno par- ticolare, durante il quale gli dei lo porteranno nelle loro dimore celesti e gli insegneranno rimedi e riti curativi. Fare il curandero non è cosa desiderabile: se l’amma- lato è dichiarato incurabile, lo è per volontà degli dei e il curandero non può intervenire in alcunmodo; spesso si rifiuta di tentare interventi terapeutici, sapendo che la volontà degli dei impedirà la guarigione. Non altret- tanto rassegnati sono i parenti del malato, che talvolta accusano di stregoneria il guaritore e lo minacciano di morte. Per questo, quando un curandero si trova presso un infermo, stabilisce subito se è curabile o no; in caso ne- gativo, si rifiuterà nella maniera più decisa di interveni- re. E... non gli si può dare torto!
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