Missioni Consolata - Giugno 2002
di Liliana Pizzorni MISSIONI CONSOLATA 60 APRILE 2000 Già nei templi di Esculapio Il sogno (esperienza impalpabile che ci accompagna durante il sonno) è definito dagli esperti un insieme di immagini o emozioni, affascinanti o tenebrose, speri- mentate durante il sonno e sepolte per lo più a livello in- conscio. I sogni sono il prodotto della psiche nel sonno, ma molti sfuggono alla rete della memoria. Chi sogna è conscio del suo sogno, ma inconscio del mondo che lo circonda; spesso, al risveglio, ne ha un ricordo più ome- no deformato. Fin dai tempi più antichi le esperienze oniriche, cioè del sogno, hanno fornito materiale interessante sia alla superstizione che alla letteratura, attribuendo ai sogni un significato premonitore o profetico. Le esperienze furono studiate anche dalla psicoanalisi, secondo la qua- le la loro interpretazione è di aiuto per la comprensione di alcuni fenomeni che si formano a livello inconscio. In tutte lemedicine tradizionali sognare rappresenta- va (e lo è ancora) un avvenimento importante sia dal punto di vista diagnostico sia terapeutico. Incubatio era definita, nell’antichità, la pratica medica che si realizza- va nei templi di Esculapio (dio greco-romano della me- dicina). Dopo riti propiziatori di purificazione, gli am- malati si addormentavano sotto il portico del tempio e si attendeva che l’apparizione del dio nel sonno indicasse la diagnosi della malattia e i trattamenti terapeutici ne- cessari. Anche nella medicina araba si parla di «incubatio», cioè un sonno indotto, soprattutto psicologicamente, dal luogo in cui ci si addormenta: nel caso specifico una moschea o la tomba di unmarabutto (santone). Qui, ap- poggiando il capo su una parete, si attendeva l’appari- zione in sogno di Allah come taumaturgo. Spesso si sot- toponevano a questa pratica anche gli stessi medici, per ottenere chiarimenti sulla diagnosi e sui trattamenti te- rapeutici. Noti etnologi hanno osservato qualcosa di si- mile in Africa (Burkina Faso e Costa d’Avorio). Nel Camerun i guaritori asseriscono di aver appreso in sogno l’uso di certe piante medicinali da essi utilizza- te. In Nuova Guinea, dormendo accanto al teschio di un parente si fanno sogni che vengono interpretati co- me consigli, anche terapeutici, da seguire fedelmente. Il totem (ossia un animale, una pianta, un astro, un og- getto o indumento ai quali si attribuisca una funzione «vitale») rappresenta, per molte popolazioni primitive, l’antenato mitico da cui si sentono protette. Il totem è spesso una raffigurazione scolpita o dipinta, alla quale si dedicano riti e offerte. È quindi un rapporto di «pa- rentela» che le popolazioni ritengono di avere con il lo- ro totem; con esso ogni membro del gruppo individua se stesso, la sua stirpe, la posizione sociale nell’ambito di una popolazione formata da clan totemici. Nelle iso- le Figi gli stregoni traggono oroscopi quando nel sogno compare il loro totem. Oroscopi che sono attesi da tut- to il clan. Non sempre un sogno si realizza durante un sonno naturale. InMozambico un sonno provocato da droghe suscita uno stato di trance , durante il quale il guaritore, perfettamente incosciente, riceve suggerimenti su pian- te «buone per le cure», suggerite dallo spirito con il qua- le è in contatto. L’olimpo religioso dei «maya» Anche nella medicina degli attuali maya (Messico e Guatemala) il sogno rappresenta, fra le medicine tradi- zionali ancora in uso, un elemento di grande valore. L’arte medica di queste popolazioni non è legata a no- Sognare: un altro modo di comunicare? «Chi sogna pensa a qualcuno; se prende la medicina, si sveglia guarito» (proverbio cambogiano)
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