Missioni Consolata - Giugno 2002
ville, tenute, boschi, prati, acque,mu- lini, case, cappelle e monasteri come a Villibrordo. Nel solo Brabante, 17 benefattori gli lasciarono vasti terre- ni e relative dipendenze, dislocati in 25 zone diverse. Tali donazioni assicurarono l’avve- nire della missione in Frisia e delle numerose opere erette da Villibror- do nelle province vicine, le chiese ru- rali soprattutto. Infatti, appena ave- va raccolto attorno a sé un modesto gruppo di neofiti, Villibrordo co- struiva una cappella di legno, che e- gli stesso consacrava e vi riponeva le reliquie ricevute a Roma, poi affida- va la comunità a un sacerdote, prov- vedendo a tutte le sue necessità con i proventi di tali donazioni. Senza sottovalutare l’aiuto ricevu- to dai suoi connazionali, che segui- vano la sua attività con la preghiera e gesti di solidarietà, è soprattutto tra i frisoni che Villibrordo trovò colla- boratori devoti, laici e chierici. La formazione del clero locale fu una delle priorità missionarie, sceglien- do i candidati con prudenza. A lui si deve l’introduzione in occidente dei vescovi ausiliari, di cui si serviva in modo regolare e costante. TUTTO DA RIFARE Allamorte di PipinoHeristal, pre- ceduta dal figlio Grimoaldo (714), Radbodo si ribellò ai franchi e scor- razzò nel loro regno, innescando un violento rigurgitodi paganesimo che distrusse chiese e cappelle, costrin- gendomonaci e preti a cercare scam- po nel monastero di Echternach, compreso l’arcivescovo. Continuando a guidare da lontano la ripresa del suo arcivescovado, Vil- librordo concentrò il suo apostolato lungo le rive della Sûre e preparò l’in- vio di alcuni monaci in Turingia per aprirvi un altro fronte missionario; ma il progetto andò in fumo per la morte del duca Heden II . Finalmente, con la vittoria di Car- lo Martello (718), figlio naturale di Pipino, e lamorte di Radbodo (719), Villibrordo poté rientrare aUtrecht, ma dovette praticamente rievange- lizzare frisoni e danesi, con la colla- borazione di molti frisoni rimastigli fedeli. Così, a 60 anni suonati, ripre- se a viaggiare, predicare, firmare l’ac- cettazione di donazioni e organizza- re nuove fondazioni di chiese e mo- nasteri. Per tre anni (719-721) ebbe come collaboratore un altro grande anglo- sassone, Bonifacio, anche lui inna- morato dei frisoni. Egli aveva rice- vuto da Gregorio II il mandato di e- vangelizzare la Germania, ma prima volle addestrarsi all’azionemissiona- ria alla scuola di Villibrordo, che lo avrebbe visto volentieri come suo successore. FINE DEL PELLEGRINAGGIO Nel 731, testimonia un contempo- raneo, il venerabileBeda, tutti i com- pagni di Villibrordo erano passati a miglior vita. L’arcivescovo continua- va il suo «pellegrinaggio per Cristo», ma cominciava a tirare i remi in bar- ca: malattia e vecchiaia ne rallentava- no l’attività, tanto da doversi ritirare sempre più spesso a Echternach, do- ve morì nel 739. Aveva 81 anni. Alla sua morte la sognata circo- scrizione della Frisia contava ancora la sola diocesi di Utrecht. Il testimo- ne passava ai suoi discepoli, che po- tevano contare sulle solide basi get- tate dal grandemissionario, la cui vi- ta è sintetizzata egregiamente dal suo antico compagno di missione, Boni- facio, nella lettera scritta a papa Ste- fano II nel 753: «Prima dell’arrivo di Villibrordo, i frisoni erano pagani. Con 50 anni di predicazione, egli ne ha convertito la maggior parte alla fede di Cristo e li ha evan- gelizzati fino all’estrema vecchiaia». Mc Sopra: Villibrordo sbarca in Frisia e Radbodo rifiuta il battesimo. A lato: pagina del calendario con annotazioni di Villibrordo.
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