Missioni Consolata - Giugno 2002

44 APRILE 1998 CONSOLATA MI SS IONI il fetore è insopportabile. Mi vedo costretto a strappare un pezzo della miamaglia per coprirmi naso e boc- ca. Il centro del campo e la zona di Haret Hawashin non esistono più. È come se tutta la zona fosse stata colpita da un terremoto al massimo grado della scala Mercalli. Dove sorgeva il quartiere di Ha- rat Sbedi ci sono solo ruderi. In quello che resta di una casa vedia- mo i primi cinque morti. La puzza è sempre più insopportabile e per- diamo la lucidità. Quello che no- tiamo ci sembra strano: sul muro i buchi delle pallottole sono con- centrati ad altezza uomo, quasi tut- ti in un angolo della stanza. Un dubbio atroce ci assale: che sia sta- ta un’esecuzione? La moschea ci pare, a prima vi- sta, in buone condizioni, ma quan- do entriamo ci dobbiamo ricrede- re. È tutto completamente deva- stato: sono stati sparati centinaia e centinaia di colpi. All’uscita incon- triamo Sonia, che appena ci vede inizia a piangere e, singhiozzando, ci domanda: «Dove sono gli arabi, i musulmani, gli stranieri?». «Hai ragione Sonia, ma non ho una risposta!». È in questi mo- menti che chi fa questo mestiere si sente completamente impotente: personalmente, provo che siamo tutti colpevoli! La presenza di alcuni sparuti giornalisti e fotografi che circolano per il campo danno il coraggio alle poche persone rimaste di uscire al- lo scoperto e a quelli che sono scap- pati nei villaggi vicini di tentare di rientrare nel campo. 44 GIUGNO 2002 CONSOLATA MI SS IONI Gerusalemme: alla Porta di Damasco Jenin: sepoltura di un palestinese

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