Missioni Consolata - Giugno 2002
39 GIUGNO 2002 CONSOLATA MI SS IONI lo dritto negli occhi. Poi il più gio- vane gli torce la guancia sinistra ri- dendo come unmatto. I passanti di- stolgono lo sguardo. Un plotone di giapponesi non si accorge di nulla. La polizia non c’è. Potrebbe ora ar- rivare uno che ha votato per Le Pen e godere dello spettacolo...». In altri casi emomenti si sono col- piti i curdi, gli armeni e gli stessi pa- lestinesi... Il 15 aprile a Roma si è celebrato l’«Israel day». È stata una marcia che ha rivendicato il diritto di esi- stere per Israele. E che dire della Palestina? Franco: la Palestina ha ogni dirit- to di essere uno stato. Quanto all’«Israel day», non sono stato affatto d’accordo con lamarcia. Marce del genere alimentano l’anti- semitismo e vengono manipolate: così si confonde, ad esempio, «israe- liano» con «ebreo»; il che è grave. Gli ebrei che hanno preso parte all’«Israel day» l’hanno fatto sotto l’impulso di emozioni; dovrebbero ragionare di più. Però non sono estremisti, come è apparso in tivù. Alda: il diritto dei palestinesi di avere uno stato è fuori discussione. Ma sono manovrati dai paesi arabi vicini e sono vittime dei loro stessi musulmani. La risoluzione dell’Onu 181 del 29 novembre 1947 prevedeva la di- visione della Palestina in uno stato ebraico e uno stato palestinese. Gli ebrei l’hanno accettata, mentre gli stati arabi l’hanno rifiutata, convinti di «poterli buttare in mare» in po- chissimo tempo. Da qui è comincia- to il dramma dei profughi palestine- si. Poi si sono compiuti errori da par- Israeliano ferito... Gerusalemme: dopo un attentato...
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