Missioni Consolata - Giugno 2002
I monti innevati e l’aria pungente ricordano che il Nepal è, soprat- tutto, l’Himalaya. I volti delle per- sone hanno segni indiani, ma gli oc- chi allungati guardano ad... oriente. AKatmandu, capitale del paese, arriviamo con cinque ore di ritardo e il dubbio che un importante ap- puntamento sia stato annullato. Ma la guida contattata che ci aspetta al- l’aeroporto ci rassicura: «Sì, visite- remo anche la Kumari , sebbene l’in- contro fosse stato fissato per la mat- tina». L a Kumari è una bambina dea. È ritenuta la reincarnazione della dea Durga , una delle manifestazioni di Devi o Parvati , così come di Kali . Durga eKali impersonano la forza distruttrice della divi- nità; Durga viene spesso raffi- gurata a cavallo di una tigre o un leone che sconfigge i demoni; rappresenta la potenza dell’e- nergia femminile. Esistono delle leggende sulla nascita della Kumari e sul per- ché una bimba sia onorata qua- le dea durante la sua infanzia. La tradizione risale, con proba- bilità, all’epoca di Jaya Prakash Malla , l’ultimo sovrano della stirpe Malla , il cui regno finì nel 1768. Però non ci sono certez- ze. Ciò rende ancora più in- spiegabile e misteriosa la pre- senza della dea bambina. «Kumari si diventa», se una bambina (anche di soli quattro anni), candidata dalla famiglia, ha un quadro astrale in armonia con l’oroscopo del re del Nepal, possiede 32 requisiti fisici (dal colore degli occhi alla perfezio- ne della pelle, senza nei e cicatri- ci) e se supera una prova. Ovve- ro: si porta la bimba in una stan- za buia, dove sono stati sgozzati degli animali e alcuni uomini, ca- muffati con teste di animali e os- sa, cercanodi spaventarla; se nel- la bambina è presenteDurga, es- sa chiaramente non si spaventa. La Kumari ha un ruolo reli- gioso: consacra il re durante u- na cerimonia nel mese di set- tembre e benedice chi si rivolge a lei (ormai è diventata un importante simbolo); per il resto delle giornate vive in casa con la famiglia, lontana dai giochi degli altri bambini. Quando la bambina diventa don- na (con la comparsa delle mestrua- zioni), se per un incidente perde del sangue o se, mentre è portata sulla portantina ad incontrare il re, cade e tocca il suolo con i piedi, cessa di essere Kumari... La vita di un’ ex Ku- mari è simile a quella di una ragazza coetanea, ma con maggiori possibi- lità, perché l’offerta a lei elargita è u- na dote sostanziosa, da investire per studiare o intraprendere un’attività commerciale. U na casa con il cartello living god- dess (dea vivente) indica che sia- mo arrivati. La porta è stretta e il sof- fitto dell’anticamera basso; tutto è buio. Dopo esserci tolti scarpe e cin- ture di cuoio, saliamo una scaletta a pioli di legno e ci troviamo al secon- do piano in una stanza dipinta di az- zurro, dalle pareti tappezzate di fo- to di ex Kumari e nuove Kumari. In questo frangente vengo a sa- pere che di Kumari ne esistono at- tualmente tre: una a Katmandu (la Kumari Royal , la più importante, impossibile da incontrare se non si è induisti o buddisti), una a Bhak- tapur e una a Patan. Noi siamo a Patan, in presenza di una bambina di sette anni, vestita da principessa e dallo sguardo immo- bile. Seduta su una specie di trono, la Kumari non parla; la madre e la nostra guida rispondono e traduco- no eventuali domande. Chiedo se, tra le mura domesti- che, la bambina viene chiamata con il suo nome oKumari; mi ri- spondono: «Kumari!». Chiedo quale consapevolezza ha la bambina di essere una dea, e la risposta è che la consapevolezza nasce da ciò che gli altri vedono in lei. Non c’è niente da fare, penso. È proprio una dea, e la osservo. Poi mi guardo intorno meravi- gliata di questo strano e unico posto in cui sono capitata. Evi- dentemente lei mi trova buffa, perché, dopo istanti di silenzio, un sorriso un po’ malizioso compare sul suo viso impertur- babile. «Ce l’ho fatta!»mi dico! Almeno è dimostrato che è viva! Prima di andarcene, la Kumari accetta di benedirci: uno alla vol- ta ci inginocchiamo; con un ge- sto veloce e sicuro applica sulla nostra fronte una tintura gru- mosa di colore rosso e depone sulle nostre mani fiori e riso spruzzati d’acqua, che poi ri- prende e pone in un piattino di ferro. Facciamo l’offerta, grati per la benedizione, oltre che per l’e- sperienza: infatti pare che la Ku- mari possa rifiutarsi di benedire e che ciò comporti gravi disgra- zie. Per questo motivo l’ultimo discendente della stirpe dei Mal- la perse il trono e la vita. MISSIONI CONSOLATA 29 GIUGNO 2002 Nepal / Katmandu UNA BAMBINA DIVENTA DEA La dea Kumari (Nepal)
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