Missioni Consolata - Giugno 2002

allaLiberia e oltre i confini, è terradei kru , da secoli popolazione dimarinai. Ora che tutto è automatizzato, essi non hanno più lavoro e neppure i campi da coltivare, da generazioni in mano agli stranieri: i kru li rivogliono indietro». L’ALTRA CAMPANA... Quella dei missionari ha un suono differente: i kru sono sfaticati; per questo hanno affittato la terra agli stranieri. I burkinabé , invece, sono grandi lavoratori: hanno sudato san- gue per dissodare la foresta e orga- nizzare belle piantagioni; proprioora che ne raccolgono i frutti e vedono realizzarsi il sogno di una vita, si sen- tonominacciati di espulsione: non ci stanno a cedere su un piatto d’ar- gento tanti anni di fatica. Se non ci fossero gli immigrati, specie i burkinabé, l’economia della Costa d’Avorio crollerebbe all’istan- te: sono essi a fare i lavori più pesan- te o rifiutati dai locali. «Anche la par- rocchia di Grand Béréby sarebbe ri- dotta al lumicino» aggiunge padre Willy, missionario della Consolata congolese. Tra i kru , infatti, i cristiani sonopo- chissimi: alcuni sono arruolati nei gruppi evangelici protestanti; lamag- gioranza ha abbracciato l’ harrismo , unmovimento sincretista affermato- si lungo la costa avoriana all’iniziodel 1990 ( vedi riquadro ). «La chiesa cat- tolica è arrivata troppo tardi» sen- tenzia il capo Ino. «Cultura e tradi- zioni, specie la poligamia, ostacolano la loro conversione al cristianesimo» spiega invece padre Willy. L’evangelizzazione della regione fu avviata negli anni ’50 dai missionari della Sma, provenienti da SanPedro; essi si occuparono più di alcune zo- ne dell’interno che del centro. La presenza di un missionario a Grand Béréby è iniziata negli anni ’60. Dall’aprile del 2000 la parrocchia è affidata ai missionari della Conso- lata. Essa conta oltre 5mila cristiani, distribuiti in 21 comunità sparse per lo più nella foresta. Sotto l’aspetto geografico il territorio è diviso in 7 zone, in cui i villaggi minori ruotano attorno alle comunità più grandi. Il centro di Dobo, per esempio, com- prende vari villaggi per un raggio di 30 km; ha una comunità bene orga- nizzata, una chiesa più bella di Grand Béréby e potrebbe diventare parrocchia indipendente. MINISTERO DI CONSOLAZIONE Alle 8 del mattino i primi clienti sono in fila davanti al dispensario, si- stemato accanto alla chiesa. Dentro, inmaglietta e ventilatore al massimo, fratel Rombaut, specializzato in in- fermieristica, esamina gli occhi di un uomo magro come un chiodo. Ap- penami vede, indossa il camice bian- co per la rituale fotografia; se lo to- glie e ritorna a interrogare il suo cliente. «La tuamalattia si chiama fa- me» sentenzia sorridendo, mentre ordina alla sua assistente di prepara- re alcune confezioni di vitamine e raccomanda alla moglie del pazien- te di cucinargli tanto pesce. «All’inizio la gente arrivava col contagocce - racconta il fratello -. Pensava che il dispensario si pren- desse cura solo dei cattolici. Poi una mamma musulmana ha portato il proprio figlio e la fama si è sparsa in un baleno. Oggi abbiamo una venti- na di pazienti al giorno; il sabato rad- doppiano, attirati anche dal fatto che diamomedicine a un prezzo più bas- so che nelle farmacie e, quando qual- cuno non riesce a pagare tutto, chiu- diamo un occhio». Il dispensario è parte del progetto sanitario esteso a tutti i villaggi del territorio parrocchiale. In ognuno di essi c’è la « caisse pharmacie », una specie di pronto soccorso, dotato di medicinali di prima necessità e gesti- to da due «agenti di sanità comuni- taria», appositamente preparati per far fronte ai casi più frequenti: mala- ria, diarrea, ferite e infezioni varie. Ogni settimana fratel Rombaut vi- sita i villaggi, per continuare la for- mazione degli agenti e fare «anima- zione sanitaria» tra la gente, con cor- si d’igiene per mamme e levatrici tradizionali. Ha iniziato pure una campagna di vaccinazione dei bam- bini contro la poliomielite, difterite, morbillo, tetano. «Dovrebbe essere un dovere dello stato - continua fra- MISSIONI CONSOLATA 15 GIUGNO 2002 Chiesa parrocchiale di Grand Béréby (a lato), dedicata alla Madonna del Mare (sopra).

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=