Missioni Consolata - Maggio 2002
comunità internazionale e su ogni persona sensibile alla pace... strettamente legata alla giustizia. Da mesi, nonostante gli innumerevoli tentativi del pas- sato di approdare ad un serio e risolutivo processo di pace, una spirale di violenze assurde e apparente- mente inarrestabili soffoca la terra dove Dio e gli uomini si sono incontrati e uniti per sempre. Mentre scrivo, la spirale attanaglia particolarmente Betlemme, dove la pace è nata e annunciata per la prima volta agli «uomini che Dio ama». Il pastore protestante Dietrich Bonhoeffer, il martire per la libertà che ha pagato con l’impiccagione la sua resistenza al nazismo, scriveva che non si poteva cantare alleluja mentre gli ebrei venivano persegui- tati. Così è stata quest’anno la nostra pasqua, in ter- ra santa, celebrata con il cuore ferito. Come poteva- mo, in quei giorni di sangue, cantare alleluja ? Israeliani e palestinesi sembrano sprofondare sem- pre di più in un vortice di odio e vendetta. I ripetuti e accorati appelli che, insieme alle altre chiese cri- stiane, abbiamo rivolto ai responsabili del paese e dei governi restano tuttora inascoltati. Fino a quan- do? Quanto durerà l’occupazione militare? Fino a quando verranno disattese le risoluzioni delle Nazioni Unite? È necessario ritornare al rispetto della legalità inter- nazionale. Lo afferma da sempre Giovanni Paolo II (fra pochi), dimostrando una preveggente visione della realtà. E il cardinale Martini ha rivelato una grande preoccupazione nel dire di non comprendere come Israele, con la sua politica, persegua sicurezza e pace, «che pure è sempre nel desiderio di tutto quel popolo». L a preghiera può vincere la grande e difficile battaglia per la pace... A Betlemme, davanti alla basilica della Natività (in questi giorni teatro di una gravissima situazione), si è sempre ce- lebrato un evento «miracoloso»: fino ad oggi gli eserciti si sono arrestati al suo cospetto. Il significato della preghiera per la terra santa (e, ov- viamente, per le persone che vi risiedono) è anche questo: sperare che il miracolo si compia ancora. Sarebbe un primo e importante passo verso la pace. Ci vuole fiducia e speranza. La terra di Gesù non è forse la terra dei miracoli? Sfogliando s’impara... «IO TROVO VERGOGNOSO» «Trovo vergognoso che la stampa scritta (...) si indi- gni perché a Betlemme i carri armati israeliani cir- condano la Chiesa della Natività, che non si indigni perché nella medesima chiesa duecento terroristi pa- lestinesi ben forniti di anitra e mumz ni ed esplosi- vi (tra loro vari capi di Hamas e Al-Aqsa) siano non sgraditi ospiti dei frati (che poi dai militari dei carri armati accettano le bottiglie d’acqua minerale e il ce- stino di mele). (...) lo trovo vergognoso che L’Osservatore Romano cioè il giornale del Papa, un Papa che non molto tem- MISSIONI CONSOLATA 66 MAGGIO 2002 Guerra alla pace in terra santa (continua da pagina 3) P ADRE M ARCO M ALAGOLA AL TELEFONO - Pronto?... Vorrei parlare con padre Marco. Sono io. - Padre Marco, qual oggi è la situazione dei fran- cescani a Betlemme? I confratelli sono angosciati e stremati. Le scorte di cibo e acqua sono finite. - Non è pensabile un gesto umanitario da parte degli israeliani? So che gli israeliani hanno offerto cibo e acqua. - Meno male! Però i frati hanno rifiutato. - Cosa? Sì, hanno rifiutato, perché i soccorsi erano desti- nati solo a loro, e non ai palestinesi chiusi in con- vento. A tale condizione, i confratelli hanno re- spinto tutto. F RANCESCO B ERNARDI Torino, 15 aprile 2002 Ariel Sharon e,nel riquadro, Yasser Arafat.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=