Missioni Consolata - Maggio 2002

MISSIONI CONSOLATA 6 MAGGIO 2002 Mosca: dialogo tra ortodossi e cattolici Egregio direttore, quanto fu affermato da A- leksej Uminskij, prete or- todosso a Mosca, su Mis- sioni Consolata di marzo 2001, è in contrasto con gli orientamenti del pa- triarcato di Mosca. Allego un’intervista ad Ilarion Al- feev del patriarcato. Ho scritto a padre Alek- sej, ma la lettera è tornata indietro, perché è un eme- rito sconosciuto... Tentate anche voi la rinascita della chiesa cattolica del beato Leonida Fedorov, esarca bizantino russo. don Vito Tedeschi Carife (AV) Nel luglio del 2000 pa- dre Ilarion Alfeev disse che la chiesa ortodossa russa intende continuare il dialogo con quella cat- tolica. Ci auguriamo che sia vero, nonostante qual- che passo indietro (anche recente). Pigmei, come le scimmie Cari missionari, per continuare il discorso sulla Repubblica Centra- fricana ( Missioni Consola- ta , gennaio 2002), aggiun- go che nel paese vi sono altre persone che pagano un tributo ancora più alto di quello denunciato: sono gli aka , un gruppo del po- polo pigmeo. Autori di abusi e discri- minazioni non sono solo i bianchi, ma anche i neri. Contro gli aka delle selve centrafricane congiurano un po’ tutti, perché le fore- ste fanno gola a tanti, per- ché tante sono le ricchez- ze: dal legname pregiato ai diamanti, dai principi tera- peutici contenuti in radici, foglie e cortecce agli ani- mali; ad esempio, gli ele- fanti alimentano il traffico dell’avorio, dei trofei, della bushmeat (selvaggina, che coinvolge pure africani im- migrati in Europa). Se le donne del Centra- frica sono vittime di una mentalità maschilista, quelle aka lo sono di più, perché, per le etnie domi- nanti, gli aka non sono es- seri umani, come non lo sono i baka e bambuti che vivono in Camerun, Ga- bon e nei due Congo. Se prostituzione, droga e alcool sono piaghe per tutti, per i pigmei lo sono maggiormente, perché la loro semplicità li rende più vulnerabili alle insidie di chi, col pretesto della ci- viltà, vuole la loro rovina. Se per decine di milioni di africani l’accesso ai far- maci contro Aids, tuberco- losi, oncocercosi, meningi- ti e lebbra è difficile, per i pigmei lo è maggiormente; infatti, per molti bantu , la morte di un pigmeo equi- vale a quella di una scim- mia. «Il primo uomo della nostra tribù - disse un pig- meo ad un antropologo giunto nella foresta del- l’Oubangui/Chari negli anni ’20 - nacque da una cagna, che partorì sotto le bastonate di un negro, suo padrone». Leggendo resoconti di missionari e volontari, mi pare che si sia fatto poco per aiutare i pigmei a su- perare il loro senso di in- feriorità e molto, invece, per aumentarlo: persone, fiumi e foreste sono alla mercé di devastatori e de- pravati. Ha ragione chi ritiene l’Aids un castigo di Dio? Non lo so. Ma so che, se Aids e altre patologie leta- li (provocate dal virus Marburg o Ebola ) posso- no tanto, è anche perché alcuni uomini hanno osato molto nell’alterare sia gli ecosistemi forestali (un tempo vergini) sia i rap- porti interpersonali. Quanto queste due realtà siano correlate è confermato anche da Ri- chard Preston, che inizia il libro Area di contagio con una storia di promiscuità, consumata in un ambiente naturale... particolare, dal quale razionalità e buon senso suggerivano di stare alla larga. Francesco Rondina Fano (PS) Siamo grati al lettore di aver continuato il discor- so sul Centrafrica, por- tando alla ribalta anche i pigmei... A quelli della repubblica democratica del Congo abbiamo dedi- cato recentemente due articoli ( M C , dicembre 2000; aprile 2001). Il «post scriptum» Spettabile redazione, mi permetto di criticare il post scriptum dell’edito- riale di febbraio 2002. Al- cuni dati, relativi allo sti- pendio e ai privilegi dei parlamentari, si basano su una «bufala» che sta circo- lando da mesi su internet. Si possono trovare molti dettagli a questa pagina: www.attivissimo.net/anti- bufala/stipendiparlamen- tari/htm Con questo non voglio negare che i nostri deputa- ti guadagnino troppo o che non abbiano troppi fa- vori. Ma è giusto essere corretti e documentati. don Federico Cretti (via e-mail ) Era quanto si augurava l’autore dell’editoriale, il cui post scriptum era uno sfogo. E chi replica? Spettabile redazione, trovo sconcertante che pubblichiate le «voci isla- miche sul nuovo scenario mondiale» ( Missioni Con- solata, dicembre 2001), senza un commento. Se è possibile esprimere la pro- pria opinione, è pure dove- roso osservare come essa sia confutata dalla realtà sotto gli occhi di tutti. ❐ Stragi negli Stati Uniti: le folle arabo-palestinesi (e pakistane) hanno dimo- strato, con canti e balli, la loro approvazione agli at- tentati dell’11 settembre e alle folli missioni dei ka- mikaze . ❐ Cristiani in paesi isla- mici: in quasi tutte le na- zioni i cristiani sono sotto- posti a limitazioni, che vanno dal «semplice» im- pedimento fino all’arresto e pena di morte per la pro- fessione di fede (non ri- sulta che in Occidente una legge dello stato punisca chi è di altra religione!). ❐ Questione femminile: la frase «la donna ha gran- de dignità nella società i- slamica» è smentita dalla realtà (adultere lapidate, donne sottoposte a divieto

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