Missioni Consolata - Maggio 2002

no state ultimate. Si discute anche di grandi opere, ma di solito la popolazione sceglie le priorità che si riflettono diretta- mente sulla loro vita quotidiana: creazione di lavoro e reddito, mi- glioramento dei consultori medici, scuole pubbliche». REDISTRIBUZIONE Il Brasile è uno dei paesi al mon- do dove la distribuzione del reddito è più diseguale. La cosa si riflette an- che nella struttura delle città, dove accanto a quartieri residenziali mo- derni e servitissimi si trovano barac- copoli prive dei servizi basilari. «Questo è un punto fondamenta- le - spiega Iria -. Il bilancio parteci- pativo può favorire la distribuzione del reddito, perché i più poveri pos- sono dare voce alle loro richieste e chiedere di essere favoriti nella spe- sa pubblica. Se abbiamo una parte della città ben strutturata (cioè con fognature, aree di svago, centri di cultura, ecc.), è compito di una buo- na amministrazione far sì che queste condizioni di vita siano disponibili per tutti. Affinché ciò avvenga, lo stato de- ve investire la propria rendita dove i servizi non ci sono, ad esempio nel- le periferie. I più fortunati debbono capire che è responsabilità del pote- re pubblico prendersi cura della parte più debole della società. Noi abbiamo un motto da segui- re: i diritti non si discutono, si com- piono». CRITICO È PERICOLOSO Un bel progetto, ma - ci chiedia- mo - quali costi sociali potrebbe na- scondere? Come in tutti i paesi del- l’America Latina, anche in Brasile la suddivisione della società in classi è ben radicata (ed anche formalizzata a seconda del reddito: classi A, B, C, D). Un sistema come quello del bi- lancio partecipativo può suscitare l’opposizione delle classi più forti? «Il nostro sistema - ammette Iria - ha oppositori e anche molti nemici. La destra conservatrice e i neolibe- risti lo detestano. Non tanto per quello che fa, quanto piuttosto per ciò che crea. Crea un cittadino più critico, più esigente, più cosciente politicamen- te. Un cittadino siffatto è un cittadi- no pericoloso, perché ha voce nelle scelte dei governanti e questo alla destra non piace. Per molti politici e affaristi è una perdita di potere e di influenza. Per esempio, un can- didato non può più arrivare e pro- mettere che, se sarà eletto, farà que- sto e quest’altro. Chi delibera le o- pere è l’esecutivo e questo deve ascoltare le istanze provenienti dal- le assemblee popolari. Il governo di Rio Grande do Sul nella formula- zione del bilancio dà la priorità alle decisioni della comunità». Rio Grande do Sul è retto da un governo del «Partito dei lavoratori». In caso di sconfitta elettorale (le ele- zioni saranno il prossimo ottobre), un’altra coalizione politica potreb- be chiudere l’esperienza del bilan- cio partecipativo. «Certo, potrebbe farlo - spiega Iria -. Anche perché non c’è una vera e propria legge ap- provata dall’assemblea legislativa. Ma converrebbe? Il nostro stato presenta indici di sviluppo invidia- bili...». INDICI ALLE STELLE In effetti, nella classifica dell’«in- dice di sviluppo umano» (calcolato dall’Undp, il «Programma delleNa- zioni Unite per lo sviluppo») lo sta- to di Rio Grande do Sul sta tra Por- togallo eMalta, molto più in alto del Brasile (che è al 69.mo posto, men- tre l’Italia è al 20.mo ). «Una città o uno stato con una qualità di vita migliore per tutti ha una convivenza migliore. Questo è il ragionamento da cui partire!» spiega con decisione Iria. E continua: «Se le periferie delle MISSIONI CONSOLATA 59 MAGGIO 2002 Il governatore Olivio Dutra. A lato: si conteggiano i voti ottenuti dalle varie proposte.

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