Missioni Consolata - Maggio 2002
P orto Alegre. L’appuntamento è al «Palacinho», un elegante edificio in stile neoclassico al numero 300 di Viale Cristoforo Co- lombo. Siamo qui per cercare di capire come funziona quello che in lingua brasiliana si chiama «orçamento partecipativo» (bilancio partecipa- tivo) e che oggi rappresenta un van- to del governo di Rio Grande do Sul, uno dei 26 stati in cui è suddi- visa la repubblica brasiliana, situato alla punta sud del paese, ai confini con Uruguay e Argentina. Dal 1999, Rio Grande do Sul è amministrato dal «Partito dei lavo- ratori» (Pt). Non senza qualche dif- ficoltà, visto che l’assemblea legisla- tiva è dominata dai partiti conserva- tori: su 55 deputati soltanto 10 ap- partengono al partito di governo. Ma Olivio Dutra , il governatore, ha dalla sua i numeri: negli ultimi anni lo stato ha avuto indici di sviluppo tra i più alti del Brasile (produzione, esportazioni, occupazione). Il sistema del bilancio partecipa- tivo è in funzione a Porto Alegre, la capitale, dal 1989, ma applicarlo a livello di stato era una scommessa rischiosa. Ma è stata vinta, tanto che il sistema ha suscitato interesse ben oltre i confini brasiliani. Esso combina il principio della democrazia rappresentativa con quello della democrazia diretta. Tut- ti i cittadini possono dire dove e co- me spendere i soldi pubblici: qual- che scuola in più, un centro di sa- lute, aiuti per acquistare mezzi a- gricoli, agevolazioni per le piccole imprese, corsi di formazione pro- fessionale, un sistema idrico per le favelas ecc. ecc. In questo modo, si ottiene un doppio risultato: da una parte si sottrae il potere decisiona- le alla discrezionalità dei politici, dall’altra si coinvolgono diretta- mente i cittadini. COME UNA «SCATOLA NERA» Capelli corti, occhialetti ovali, u- na maglietta nera con al centro la bandiera verde-rosso-gialla dello stato, Iria Charão è la coordinatrice del gabinetto delle relazioni comu- nitarie e assessore del governatore Dutra, con delega speciale per il bi- lancio partecipativo. Ci attende, affabile e sorridente, seduta dietro una grande scrivania, con ai lati le bandiere del Brasile e dello stato. Sulla parete alle sue spal- le è appesa una cartina con le 23 re- gioni in cui è suddiviso Rio Grande do Sul. «Soltanto nell’ultimo anno - ci spiega indicando la cartina - ho per- corso più di 300mila chilometri lun- go le strade dello stato. Sono anda- ta a raccogliere le proposte delle va- rie assemblee popolari. L’anno scorso sono state ben 735, alcune con più di 4 mila partecipanti». Signora Iria, perché è importante questa esperienza e cosa avete da in- segnare? «È una forma di democratizzazio- ne della gestione dello stato. Una amministrazione legittimamente e- letta ha tutto il diritto di governare, ma noi volevamo dare più potere ai cittadini, renderli più partecipi alle decisioni pubbliche. Le scelte politiche nascono dalle scelte di bilancio. Ebbene questo è sempre stato considerato una sorta di scatola nera, nella quale soltanto alcune persone possono guardare. Ma poiché è il popolo che tira fuori i soldi dal portafoglio, esso ha dirit- to di definire quali sono le priorità verso cui indirizzare i fondi. Abbiamo visto, negli anni, grandi sprechi di denaro pubblico: sono state fatte opere faraoniche, che non hanno cambiato nulla nella vita del- le persone o che addirittura non so- MISSIONI CONSOLATA 58 MAGGIO 2002 ALCUNE CIFRE - popolazione: 10.181.000 abitanti - superficie: 282 mila kmq (Italia: 301 mila kmq) - capitale: Porto Alegre (1,5 milioni di abitanti) - divisione amministrativa: 23 regioni e 497 municipi - partecipanti al processo del «bilancio partecipativo»: nel 1999, 190 mila nel 2000, 281 mila nel 2001, 378 mila persone in 735 assemblee - indice di sviluppo umano ( Hdi ): 0,869 contro lo 0,750 del Brasile (69.mo posto) e lo 0,909 dell’Italia (20.mo posto) www.estado.rs.gov.br Lo stato di «Rio Grande do Sul»
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