Missioni Consolata - Maggio 2002

In quei giorni arrivarono familia- ri, parenti e amici a congratularsi con noi. Portarono dolci e doni, ma a me non interessava nulla: ero mor- tificata e scioccata. Mia sorella sem- brava invece gradire tutte quelle at- tenzioni; si sentiva importante. Io ero piena di rabbia: “Mai - mi ripe- tevo - permetterò che le mie figlie possano subire un torto simile”. Pochi anni dopo, fui data in mo- glie ad un uomo molto più vecchio di me... La notte delle nozze avrei voluto morire. Provai un dolore atro- ce. Per il marito, invece, fu un gran- de onore, una prova di virilità, ave- re rapporti con una sposa così cuci- ta. È anche una sicurezza sulla sua fedeltà: con chi altri potrebbe mai tradirlo? Rimasi incinta. Andai in ospedale a Mogadiscio. Là mi aprirono per far- mi partorire, e mi ricucirono. Avevo 14 anni e avevo appena terminato le scuole. All’età di 18 arrivai in Italia con mia sorella...». Da 12 anni Aisha vive in Piemon- te con delle connazionali e si pren- de cura della figlia. Il marito è in America a lavorare. A Mogadiscio ha frequentato, fin- ché ha potuto, scuole italiane, come la maggioranza delle sue coetanee benestanti, e in Italia si è laureata in medicina, mentre lavorava come assistente domiciliare per anziani. La sua attività più importante è quella di sensibilizzare le sue connaziona- li, giovani mamme e ragazze, contro la pratica delle mutilazioni genitali, affinché quelle giovani vite non deb- bano patire torture atroci in nome della tradizione e del controllo del- l’uomo sulla donna. «S ono stata circoncisa a sei anni con altre due bambi- ne» racconta Basma , una somala di circa 40 anni, che vive a Roma da parecchio tempo. «Dopo, è stata organizzata una festa e mi han- no regalato caramelle e dolci... Tre giorni prima della cerimonia, invita- no tutti. Già al mattino presto arri- vano i vicini e i parenti stretti per ve- dere. Portano regali. Una donna grossa mi bloccava tra le sue gambe, mentre mi bendavano gli occhi con un foulard nuovo. Mi 32 MAGGIO 2002 CONSOLATA MI SS IONI S ono circa 130 milioni le donne che, nel mondo, hanno subìto mutilazioni ses- suali: circoncisione (clitoridectomia), escissione, infibulazione. LA CIRCONCISIONE consiste nella ri- mozione del prepuzio della clitoride; tale pratica, nei paesi arabi che la eseguono, è chiamata anche «sunnah». L’ESCISSIONE prevede la rimozione del pre- puzio, della clitoride, delle piccole labbra (inte- ramente o in parte), ma lascia intatte le grandi labbra e il resto della vulva. L’INFIBULAZIONE è la rimozione del prepu- zio, della clitoride, delle piccole e grandi labbra, la sutura delle due estremità della vulva (viene lasciata una piccola apertura per permettere al flusso dell’urina e del sangue mestruale di scor- rere). Q ueste pratiche mutilatorie sono largamente diffuse in Africa, Asia, Mondo Arabo, Ameri- ca Latina ed Europa. ■ Africa: nella costa occidentale, dal Camerun alla Mauritania, nelle zone centrali e nel Ciad, nel nord dell’Egitto, in Kenya e Tanzania (circoncisio- ne ed escissione), in Mali, Sudan, Somalia, Etio- pia e nel nord della Nigeria (infibulazione). ■ Asia: Filippine, Malesia, Pakistan e Indonesia (tra i gruppi musulmani). ■ Mondo Arabo: Emirati Arabi Uniti, Yemen del sud, Bahrain, Oman. ■ America Latina: la circoncisione femmi- nile è praticata in Brasile, in Messico e Perù (presso gruppi di origine africana). ■ Europa: a causa della numerosa presenza di immi- grati provenienti dai sopracitati paesi, il fenomeno delle mu- tilazioni genitali, dall’antichità dov’era sepolto, è ritornato alla luce e interessa una vasta fascia di donne e bambine straniere. Una nuova tendenza, al riguardo, è stata introdotta da ricchi africa- ni che portano le loro figlie in Europa per sottoporle a circoncisione, sotto aneste- sia e in condizioni igienico-sanitarie mi- gliori di quelle presenti nei loro paesi. (cfr. «The circumcision of women. Strategy for eradication», Zed Books ltd, London). E i l nostro paese? L’ Italia è interessata al fenomeno, insieme al resto dell’Europa, anche se non è possibile risalire a dati certi e reali: certamente esistono casi (forse qualche centinaio), dal 1992 ad og- gi, di bambine, figlie di immigrati, che hanno subìto mutilazioni sessuali nel nostro paese o in patria. Quando i genitori non decidono di ac- compagnarle al paese d’origine, le piccole ven- gono operate qui, in cliniche private o in case, do- ve medici italo-somali o personale paramedico ese- guono l’intervento. Per un’infibulazione la famiglia giunge a pagare ol- tre 1.000 euro. L’età delle bambine si aggira tra 5 e 12 anni. Molto più alto è, invece, il numero di donne stranie- re, residenti in Italia, che sono state sottoposte, anni addietro e nel paese d’origine, a circoncisione o infi- bulazione. Oggi qui, in terra di immigrazione, manifestano va- rie patologie, fisiche o mentali, o semplicemente profondo disagio psicologico. MU U T T I I L L A A Z Z I I O O N N I SESSUAL I FEMMINI L I NEL MONDO

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