Missioni Consolata - Maggio 2002

tivo è quello dell’edilizia attuale dei paesi sviluppati, però calato nella realtà climatica del paese e adeguato al sistema di vita della popolazione, abituata a vivere in orizzontale, su un solo piano. Non strutture grosse e pesanti (come quelle della coloniz- zazione belga), ma agili, leggere e più facilmente adattabili alle esigenze delle trasformazioni che via via si possono rendere necessarie». Infatti, non appena la ragione ri- corda che sei in mezzo alla foresta, ti accorgi che si tratta di un piccolo gioiello di cui tutto il personale (me- dico e paramedico) è giustamente fie- ro. In testa a tutti suor Luisa che, con padre Oscar, ha condiviso gioie, dif- ficoltà e non poche... soddisfazioni! La chiesa, semplice anch'essa nel- l'impianto di base, non è uno spazio banale o inutile; non lo è soprattutto per le espressività della popolazione, chemanifesta i propri sentimenti e la propria fede durante le celebrazioni liturgiche. La notte di natale la chie- sa è stracolma, la folla assiepata an- che all'esterno, un’illuminazione fle- bile (alimentata dal generatore) met- te in risalto il piccolo presepe posto davanti all'altare adornato con una stella cometa e ghirlande di meravi- gliosi fiori rosa. È, per me, un momento emozio- nante: i padri Victor e Antonello, ac- compagnati da uno stuolo di chieri- chetti (bimbi e giovani), entrano a passo di danza, proprio come vuole il rito «zairese». In quel frastuono di canti e grida, assaporo un fenomeno straordinario: un’incredibile felicità permette a Dio di esprimere, attra- verso quella messa, l’infinità del suo amore. E in quel raccoglimento, co- sì particolare e insolito, sento quan- to sia straordinaria la condivisione. La chiesa è ricca di raffigurazioni as- sai significative per i mangbetu , per la storia della chiesa d’Africa, per la vita di Cristo. E tutto quanto esposto è frutto di un'unica mente, quella di un perso- naggio «geniale», padre Oscar, l'uo- mo dallemolte doti: missionario, me- dico, architetto, pittore... e puoi ag- giungere amico, fratello, compagno di strada, uomo della misericordia, ecc. A ragione è stato inserito, dopo la sua morte, negli affreschi della chiesa tra le schiere dei santi e beati! RITORNO ALLA REALTÀ Neisu è un cuore (questo significa in lingua kimgbetu ) che batte nella foresta equatoriale del Congo, oasi di pace dentro la guerra, speranza per molta gente. Ed è qui, nel giardino dell'ospe- dale, che riposa e vive ancora padre Oscar. Ogni cosa parla di lui e a lui; anche gli alberi che vibrano, le foglie che ondeggiano con il soffio del ven- to e il canto degli innumerevoli uc- celli tessitori. Una cappellina di pa- glia davanti alla sua tomba accoglie ogni mattina i credenti, che elevano i loro canti in un’interminabile lode a Dio. Ogni sabato, poi, il personale dell’ospedale partecipa alla liturgia eucaristica, voluta proprio dal loro maestro; tutto è come prima, con la stessa forza, la stessa fede. I padri Antonello, Richard, Bruno e Fer- nando continuano con entusiasmo a trasmettere alla popolazione il mes- saggio di Cristo. Ma, anche in quell'angolo di pace si insinuano allarmanti presenze di ribelli, mentre la situazione naziona- le, determinata dall'instabilità politi- ca, si fa sempre più preoccupante. Temo di essere alla fine del mio soggiorno inCongo... finché una for- tuita combinazione ci spinge a pren- dere l’ultimo aereo disponibile per un possibile rientro in Italia. Arriviamo a Bunia che, purtrop- po, non è molto dissimile daWamba e Isiro, in quanto nelle cittadine so- no più evidenti i segni della guerra e della crisi di cui soffre il paese. Qui il paesaggio è diverso: la fitta foresta scompare, ma il verde non svanisce e all'orizzonte svettano dolci monta- gne, non troppo alte, dalle cime lisce e morbide. Godiamo di panorami eccezionali, ombreggiati da nuvole bianche, spostate dal vento. Il nostro amico André (prete dio- cesano di Wamba) ci offre l'occasio- ne di vivere, per la prima volta, la speciale atmosfera della vita di un se- minario africano. Seguendo il ritmo del sole, lodi al- l'aurora e vespri al tramonto: cori di voci, preghiere e musiche accendo- no nell'animo qualcosa di straordi- nario e delicato. Dimentico tutto ciò che fa rumore intorno; nelle notti di silenzio, ascolto il mistero che mi av- volge e, ancora una volta, sento di a- mare questo paese, tanto da sentirmi persino felice... Grazie, Oscar! MISSIONI CONSOLATA 15 MAGGIO 2002 Mc Immagini da Neisu, dove operò padre Oscar, medico e missionario. Nonostante le difficoltà, il suo ospedale progredisce.

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