Missioni Consolata - Maggio 2002

MISSIONI CONSOLATA 11 MAGGIO 2002 GOMA - CONGO R.D. DOMENICA DELLE PALME NEL SANGUE È stata un’aggressione premedi- tata contro la comunità catto- lica quella avvenuta la dome- nica delle palme a Goma, estremo nordest della R.D. del Congo. Du- rante la processione delle palme, al- cuni sconosciuti hanno gettato due granate contro il corteo. Un sacerdo- te, padre Boniface, e una bambina di otto anni hanno perso la vita, mentre una quindicina di persone sono ri- maste ferite, tra le quali padre Fau- stin, diocesano, che versa in gravi condizioni per ferite all’addome e il salesiano belga Jacques Verheyden. Le autorità della Coalizione demo- cratica congolese ritengono che l’a- zione terroristica, «a sfondo politi- co», sia stata perpetrata con l’intento di «creare disordine e ostacolare il processo di pace» nel paese. Miraco- losamente incolume, mons. Faustin Ngabu, vescovo di Goma, ha ripor- tato ferite superficiali alle gambe, ma ha proseguito con coraggio la cele- brazione, in cui ha invitato i fedeli a pregare per i feriti e per la pace. (Misna) TRUJILLO - HONDURAS 500 ANNI FA: PRIMA MESSA IN AMERICA F ervono i preparativi per cele- brare il 500° anniversario della primamessa officiata inAmeri- ca, che, secondo gli storici, avvenne il 14 agosto 1502, quandoColombo ar- rivò aTrujillonel quarto e ultimo viag- gio in quelle che credeva essere le In- die. Il 14 agosto prossimo, a Trujillo, il cardinale honduregno Oscar Ro- driguez Maradiaga, vescovo di Tegu- cigalpa, presiederà l’eucaristia, insie- me a 300 sacerdoti honduregni, il Consiglio episcopale latinoamerica- no, i presidenti delle conferenze epi- scopali di Spagna, Usa e Canada. Al- tro atto importante dei festeggiamen- ti sarà la traslazione, daTegucigalpa al porto di Trujillo, dell’immagine della Vergine di Suyapa, principale simbo- lo cattolico dell’Honduras. (Zenit) SOKOTO - NIGERIA DOPO SAFIYA EMERGE IL CASO AMINA I l caso Safiya, già condannata a morte dalla corte islamica dello stato di Sokoto per avere avuto un figlio fuori del matrimonio, si è concluso con l’assoluzione. Ma se ne apre un altro: quello di Amina Lawal, anch’essa condannata in prima istan- za alla lapidazione nello stato di Kat- sina, per avere dato alla luce una bam- bina pur essendo divorziata. Per la prima volta, il governo federale ha de- finito contraria alla costituzione l’ap- plicazione della legge islamica. La pre- sa di posizione delle autorità centrali, accolta con soddisfazione dalla chie- sa cattolica locale che damesi denun- cia questa ingiustizia, sembra non a- vere sortito alcun effettopratico. I go- vernatori dei 12 stati a maggioranza islamica del nord, hanno reagito con irritazione. Il presidente Obasanjo, che peraltro è un cristiano, mostra di non avere la volontà o la forza neces- saria per sbloccare la situazione. Amina Lawal potrebbe essere la- pidata tra 8 mesi, quando avrà ter- minato di allattare la figlia. Probabil- mente assisteremo a un’altra mobili- tazione a livello internazionale, anche se questa volta i margini della difesa saranno assai più esigui. Safiya si è salvata perché il concepimento era avvenuto prima che la sharia entras- se in vigore nel Sokoto. Questo ap- piglio legale stavolta non sussiste.Ma la domanda che occorre porsi è: quante altre Safiya e Amina ci vor- ranno prima che la società nigeriana affronti alla radice il conflitto fra co- stituzione e legge islamica? In varie zone del paese, dove è stata adottata la sharia, aumentano le tensioni fra musulmani e cristiani: negli ultimi due anni hanno provocato gravi in- cidenti, costati la vita a centinaia di persone. (Misna) BRASILIA - BRASILE 3 METE PROPOSTE DAI VESCOVI ALLO STATO L e elezioni presidenziali e legi- slative, fissate per il prossimo ottobre, hanno indotto i ve- scovi a dedicare un documento che, oltre a «un forte appello alla coscien- za dei cittadini», vuole essere uno strumento «che apra spazio al dialo- go» nelle diocesi, parrocchie e movi- menti. La sottomissione del Brasile al processo di globalizzazione neolibe- rista ha accentuato «una delle più perverse distribuzioni della ricchez- za del pianeta», condannando alla povertà 44 milioni di persone. Men- tre la «potenza oggi egemonica eser- cita pressioni sul Brasile perché ade- risca al progetto Alca (Area di libero commercio delle Americhe)» i ve- scovi sottolineano la necessità di «de- finire un progetto nazionale proprio e assumere un ruolo da leader nel- l’integrazione latinoamericana». Essi indicano tre grandi mete: eliminare la fame mediante la ridistribuzione del reddito e una vera riforma agraria; sviluppo sostenibile; investimento a vantaggio del diritto di tutti all’edu- cazione, salute, abitazione e lavoro. (Aimis)

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