Missioni Consolata - Aprile 2002
69/ I MISSIONI CONSOLATA APRILE 2002 tr a i Mi s si o na ri del la C o ns o la ta e i l or o a m ic i n e i q ua t tr o c o n ti n e nt i F i l o d i r e t t o C redo che molti di noi, missionari della Consolata, da giovani abbiamo sognato di vedere da vicino Tuthu, la prima missione dell’Istituto in Kenya. Tuthu: un piccolo gruppo di missionari che vivono al margine di una foresta, a quota 2.500 metri; una turbina instal- lata tra alberi secolari; una rumorosa segheria da cui e- scono case prefabbricate, cappelle, scuole. Se non fosse bastato leggere le brillanti relazioni di pa- dre Filippo Perlo, pubblicate su La Consolata , ci a- vrebbe pensato fratel Benedetto Falda a tener vivo il sogno di Tuthu, quando lo ascoltavamo a bocca aperta in casa madre a Torino, mentre raccontava con entu- siasmo quei lontani giorni. Tanta poesia, tanta commo- zione, ma anche quanta cruda realtà! Durante il mio recente soggiorno in Kenya, ho avuto il coraggio di chiedere a padre Francesco Viotto, supe- riore regionale, come dono straordinario, di essere ac- compagnato a Tuthu. Nessuna difficoltà. Tra un corso e l’altro di esercizi spirituali a Sagana, con la guida di padre Gerardo Martinelli, eccomi accontentato. Si ve- rificava un vecchio sogno. Q uando si arriva a Tuthu, subito ti viene di cercare il luogo dove, il 29 giugno 1902 (quindi 100 anni fa), è stata celebrata la prima santa messa da mons. All- geyer, vicario apostolico di Zanzibar, che aveva accom- pagnato i nostri quattro missionari, arrivati da poco da Torino: i padri Tommaso Gays e Filippo Perlo, i fratelli Celeste Lusso e Luigi Falda. A ricordo, ora, c’è un bel tempietto, che sarà ampliato, quest’anno, centenario dell’arrivo. È bello fermarsi qui a meditare e pregare. Sembra di partecipare da vicino a tutto ciò che di meraviglioso si è realizzato a partire da quel 29 giugno, da questo luogo, con il coraggio giova- nile e il dinamismo di quattro pionieri, le cui fotografie sono murate qui e ti guardano. Non molto lontano c’è la missione, certo differente dai capannoni di allora. Una bella chiesa, con un’artistica porta in legno, scolpita da fratel Filippo Abbati. Que- sta porta figurerebbe bene nel museo delle origini della chiesa in Kenya, che padre Ottavio Santoro ha in pro- getto di allestire al Resurrection Garden , ma sta bene anche qui! C’è poi la casa, dove al tempo della lotta dei Mau Mau padre Aldo Cremasco è stato ferito. Peccato che sia di- sabitata! Infatti la comunità cristiana di Tuthu ora è servita da padre Francis Wainaina, che vive a Karye- Kenya, Tuthu 1902-2002 SOGNO E REALTÀ In alto: la chiesa-madre di Tuthu. Peter Kihara e Anthony Ireri, giovani missionari della Consolata del Kenya, oggi vescovi.
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