Missioni Consolata - Aprile 2002
rubare ai clienti e questo non mi va. Io voglio solo gente onesta». Signora Isabel, ha avuto anche ra- gazze minorenni? «Una volta arrivò da me una ra- gazza, raccontandomi che non ave- va né madre né padre. Dimostrava vent’anni. Però un giorno un clien- te mi disse: “Signora, conosco que- sta ragazza: ha 15 anni!”. “Che cosa dice ?”. Corsi subito a cercare la fa- miglia e trovai i suoi genitori. Chiesi a loro : “Avete una figlia di nome Bony?”. “No”, mi risposero. Allora tirai fuori una foto e loro la ri- conobbero. Raccontai tutto, ma non se la presero con me. Il padre venne a portarsi via la figlia. Immaginati che questa ragazzina, prima di lavo- rare con me lavorava già a San Juan de Miraflores». Come funziona il suo locale? «Funziona così: io garantisco un minimo di 10 soles (circa 4 euro) a notte. Per ogni caraffa di sangrilla o di birra che riescono a vendere do loro altri 5 soles . Più le persone be- vono più loro guadagnano: per que- sto sono affettuose con i clienti. Qui vengono uomini di tutti i tipi: ingegneri e medici di Lima, falegna- mi e delinquenti. Io do loro un buon servizio; la gente che viene qui ha soldi». E se una persona vuole di più? «Se uno poi vuole il servizio tota- le, deve pagare 50 soles , 25 per la ca- sa e 25 per la ragazza. E io la pro- teggo». Perché è aumentata tanto la pro- stituzione? «Colpa del Chino Fujimori. Ha li- beralizzato l’apertura di locali “turi- stici”. Ha distrutto il mondo del la- voro... E poi, per una ragazza sopra i 25 anni, non c’è lavoro». Come vede la situazione della prostituzione a Villa El Salvador? «Fatti di notte una passeggiata per la Chancheria . Le ragazzine si offro- no per pochi soldi, con 6 soles (po- co più di 2 euro, ndr ), ti porti via u- na quindicenne. Oltre a questo, ci sono tanti locali come il mio, forse una ventina, e tutti gli alberghi a o- re». E i genitori delle ragazze che «la- vorano», cosa sanno, cosa dicono? «I genitori non possono non sa- pere, perché le ragazze portano sol- di in casa. E poi, se una ragazzina di 15 anni si compra pantaloni di mar- ca, se ha un telefono cellulare, cosa possono pensare i genitori?No, i ge- nitori sanno, ma le ragazze portano a casa i soldi per mangiare e devono rimanere in silenzio». A quanti anni una bambina ha le sue prime relazioni sessuali? «A 12. Scappano alla spiaggia. La mamma lo sa, ma amoltemadri non interessano le figlie, solo i soldi». C’èmolta violenza verso ledonne? «Certamente. Ma non nel mio lo- cale. Qui la polizia non ci da fastidio perché le ragazze sono vestite e non nude come in altri locali. A me non piace che stiano senza vestiti. È brutto. E poi non è necessario che siano nude per far bere gli uomini. Negli altri locali è diverso. Ai pa- droni non interessano le loro ragaz- ze, perché sono uomini. Io, in quanto donna e madre, le capisco di più. Porto le mie ragazze ai controlli presso il Centro di salu- te. Ogni ragazza ha il suo carnet bianco ed anch’io». Ci sono molti aborti? «Anche a questa domanda debbo rispondere di sì. Che debbono fare? Una ragazza, che lavorava conme, a 19 anni aveva già due figli ed il se- condo voleva regalarlo. Molte volte queste sventurate non conoscono neanche chi sia il padre. Come fan- no ad allevare e mantenere i figli?». C ontinuammo a parlare per un paio d’ore e, a testimonianza di questo, ho qui davanti ame due cassette da sbobinare con la sto- ria di Isabel, violentata dal padre, sposata a 12 anni, con due figli a 15, divorziata a 18, prostituta a 20, te- nutaria di un bordello a 40. Isabel, donna di gran fede, di gran onore e con una sua morale. Isabel, prostituta che fece studiare le figlie in una scuola di monache per pro- teggerle. Isabel, sfruttatrice di ra- gazze, donna forte e sicura, a suo modo femminista. Isabel, con una coscienza sociale e politica, un po’ simbolo delle contraddizioni della povertà. Non riesco a dare giudizi morali fin troppo facili ed inutili, ma la vita è dura per l’umanità me- no fortunata e più debole. E fra i de- boli del Terzo mondo, i ragazzi a- dolescenti sono coloro che più so- no quotidianamente in pericolo. E fra loro le ragazze sono vittime spes- so predestinate: madri o prostitute a 15 anni. Quasi mai ragazze, qua- si sempre vittime. M ilano. (...) Victoria fa da sè decisamente e rap- presenta una faccia inedita del fenomeno pro- stituzione, finora sconosciuta o meglio nascosta ad arte. Incrociamo il suo faccino 20enne da modella alla stazione di Milano (...). Il freddo non ti pesa?, le chiedo (...). Mi risponde che sulla strada si fanno più soldi più in fretta , e che in poche ore di sacrifi- cio mette insieme quanto faceva a Praga in 10 mesi. (...) Per chi si aspettava di trovare donne pic- chiate, sfruttate, stuprate, o comunque molto infe- lici della proporia condizione, l’impatto con la stra- da non è dei più decifrabili. Victoria non è un caso limite, la prostituzione è anche questo. (...) La mag- gioranza di quelle contattate qui vivono in apparta- mento oppure in albergo. Se gli offri un impiego da domestica o da segretaria rifiutano guardandoti come un poveraccio. (...) Quanto alle schiave (...) siamo molto lontani dal 100% di straniere in catene (e 40% di minorenni stuprate) sul totale, sovrastimato dal fondamentali- smo di don Benzi nella sua proposta di legge anti- clienti, o dall’80% di sfruttate dei dati Caritas. Francesco Ruggeri sul quotidiano « Libero », 27 gennaio 2002 «Macché sfruttate» Sfogliando s’impara... (*) Guido Sattin è il medico che cura la seguitissima rubrica «Come sta Fatou?». I disegni sono di S TEVE F RASSETTO . Mc
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