Missioni Consolata - Aprile 2002

si di lavoro. Mi facevo chiamare I- sabel e il numero della stanza era il 13. Lasciai l’ufficio. Guadagnavo molto bene. Lavoravo dalle 3 del pomeriggio alle 11 di notte. Con quel denaro mantenni le mie due figlie, aiutai i miei due nonni, comprai la casa ai miei fratelli, e as- sistetti fino ad interrarle le mie zie e mia madre. Riuscii ad evitare tutti i vizi, nonostante che le mie compa- gne di lavoro mi tentassero conti- nuamente. Grazie a Dio, ogni 15 giorni era- vamo sottoposte ad una visitamedi- ca, il pap-test ogni tre mesi. Ci inse- gnavano come proteggerci. In que- sto modo e grazie alle mie precauzioni, non contrassi alcuna malattia. Grazie a Dio! Alcune delle mie compagne inve- ce si ammalarono. Per guadagnare qualche soldo in più permettevano ai clienti di non usare il preservati- vo. La mia idea, da sempre, è che prima di tutto bisogna amare se stes- si e stimarsi. Io mi amavo e mi sti- mavo e sapevo di fare quel lavoro per le mie figlie. Sono sempre stata prima madre che donna». Quando ha conosciuto l’Aids? «Nel 1991 un’amica risultò affet- ta dal virus. Quandome ne resi con- to, mi feci tre volte le analisi che fu- rono sempre negative. Sempre gra- zie a Dio». Quando ha aperto il locale di Vil- la El Salvador? «Abbandonai il lavoro due anni fa, quando avevo 40 anni. E con i ri- sparmi accumulati aprii questo po- sto. L’idea iniziale era di creare un locale per le coppie, un night club . Lo inaugurai. Però le cose non an- davano bene, perché venivano uo- mini a chiedere ragazze ed ancora ragazze. Cercai quindi le ragazze». Come le cerca? «Vado alla Chancheria (il mercato centrale della città, ndr ). Metto un avviso del tipo “si cercano ragazze per servizio al pubblico” e, quando arrivano, spiego loro di cosa si trat- ta. A volte mi portano delle ragaz- ze e a questi intermediari pago 20 soles ». Ci sono molte ragazze che vo- gliono fare questo lavoro? «Parecchie. Io sono arrivata ad a- verne 10. Però adesso il lavoro è di- minuito ed ho solo 4 signorine». Come mai ragazze tanto giovani arrivano a prostituirsi? «Perché hanno bisogno di soldi». Quanto rimangono le ragazze nel suo locale? «Queste che lavorano adesso, le ho da circa 6 mesi. Altre se ne sono andate, perché io non sopporto che abbiano dei “protettori”, che ven- ga un uomo a prendere i loro soldi. No, questo non mi piace. Non mi piace, perché è come se lo facesse- ro a me. Io insegno loro che devo- no lavorare per se stesse, per com- prarsi quello che desiderano: un terreno per la loro casa, il televiso- re, i vestiti. Mi sono capitate anche ragazze delinquenti, che hanno tentato di MISSIONI CONSOLATA 60 APRILE 2002

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