Missioni Consolata - Aprile 2002
MISSIONI CONSOLATA 6 APRILE 2002 Giornale o vangelo? Spettabile redazione, sono passati mesi dal G 8 di Genova. Ma non posso dimenticare le devastazio- ni che la mia città ha subi- to ad opera dei black block , con la connivenza di cosiddetti cattolici, pre- ti e non preti. Si è distinta SUOR P ATRI - ZIA P ASINI , missionaria della Consolata, che a Boccadasse ha aiutato de- linquenti, anarchici, atei. Allego per maggiore chia- rezza un ritaglio de il Giornale, 22 luglio 2001 . Mi auguro che nelle vo- stre fila non ci siano altre «Patrizie Pasini». Mina Razeto Genova Le «Patrizie», come quella de il Giornale , non non sono mai esistite fra le missionarie della Con- solata. Il quotidiano ha attaccato anche l’episco- pato ligure... Forse giova ricordare che il giornale non è il vangelo. «Penne nere» e «barbari» Cari missionari, esprimo il mio ringrazia- mento per un particolare, che conferma la vostra sensibilità e correttezza. A pagina 28 di Missioni Con- solata , gennaio 2002 , rife- rendovi alla foto che ripro- duce dei militari, vi siete premurati di specificare che si tratta non solo di i- taliani, ma di alpini. L’azione degli alpini in Mozambico, sotto la re- sponsabilità dell’Onu e l’approvazione della Co- munità di Sant’Egidio, fa- vorì l’evoluzione dalla tre- gua alla pace; quindi fu positiva, evitando di tran- sitare per discutibili «al- leanze», anche se non mancarono polemiche, che sorgono ogni volta che si tira in ballo lo stru- mento militare. Gli alpini della foto in- dossavano i colori delle forze dell’Onu e non il lo- ro glorioso cappello con la penna nera; ma erano alpi- ni a tutti gli effetti: volon- tari sì, ma nel compimento del servizio di leva. Sulla situazione attuale e sull’evoluzione delle for- ze armate italiane ci sareb- be molto da disquisire, ma non è un argomento stret- tamente... missionario. Colgo l’occasione per dire che, lo scorso anno, sono stato a Genova due volte: la prima per l’adu- nata nazionale degli alpini in congedo e la seconda con i missionari ad espri- mere il dissenso ai «pre- potenti della terra». Con- divido le vostre analisi e critiche su questa globaliz- zazione intrisa di barbaro liberismo economico. Beppe Peroncini Torino «Barbaro», secondo il greco barbaròs , significa pure «balbuziente». E che il liberismo economi- co «balbetti» lo si è visto anche in Argentina, con effetti deleteri. «Il» problema Spettabile redazione, ho letto l’articolo sull’am- biente ( Missioni Consola- ta, gennaio 2002 ). Bello! Penso che la questione e- cologica non sia solo «un» problema, ma «il» proble- ma. Seguirò con interesse anche i prossimi articoli della nuova rubrica. Gianni Liggi-Samassi via e-mail I complimenti spettano a Silvia Battaglia , inge- gnere ambientale, che cu- ra la serie di articoli «Una sola madre terra». A chi serve Bin Laden? Cari missionari, siete gli unici che non si fanno «pilotare» dai po- tenti, ovvero da quei si- gnori che hanno creato i vari B IN L ADEN e ora piangono per tutto ciò che accade. Non sopporto gli atteg- giamenti ipocriti degli oc- cidentali (americani in te- sta), cui interessa solo il profitto e guadagno, non tenendo conto degli altri... Ho ammirato invece i gio- vani a Genova, durante il G 8, anche perché degli «otto grandi» non c’è da fidarsi molto. Ammiro pu- re la dedizione dei missio- nari sparsi nel mondo. Purtroppo i nostri «ca- pi» e quelli statunitensi continuano a fare una po- litica di parte, tenendo buono «a fior di soldi» (ad esempio) Musharaf, presi- dente pakistano «dittato- re», sicuramente nostro prossimo nemico, quando non sarà più gradito. E, in- tanto, l’odiato Bin Laden continua a servire agli Sta- ti Uniti per un ricambio di tecnologia nel loro arsena- le bellico. Caro direttore, ho detto un’assurdità? Sarò lapida- to anche da lei? Alessandro Modena Evitiamo i processi alle intenzioni: lo ripetiamo da sempre... È risaputo che, in tempo di guerra, la produzione e il merca- to delle armi fioriscono. Meglio, impazziscono. Fare un «cornetto» Caro direttore, non condivido i giudizi e- spressi dall’autrice della lettera «Donne dimentica- te?» (Missioni Consolata, gennaio 2002, pagina 6) . I paesi islamici e non, dove l’adulterio viene ca- stigato con la pena di mor- te, commettono un crimi- ne. Ma l’infedeltà coniuga- le è, a sua volta, un male o un grave disordine mora- le, sul quale c’è poco da soprassedere. L’espressione «fare un cornino» o «cornetto», u- sata dalla lettrice, non è a- datta per discorsi così de- licati: andare a letto con un altro non è come in- zuppare una brioche nel cappuccino! Gesù stesso ha parlato dell’adulterio come di un peccato grave; e, pur aven- do detto no alla lapidazio- ne e dato una memorabile lezione ai farisei che ne sostenevano la necessità in nome della religione, si è rivolto alla donna colta in flagrante adulterio di- cendole: «Va’ e non pecca- re più». La storia più recente in- segna che spesso l’adulte- rio è il preludio alla sepa- razione, al divorzio, ossia a situazioni che peggiora- no, anziché migliorare, la condizione della donna. In Italia, per esempio, la leg- ge Baslini-Fortuna si è ri- velata alla lunga contro la donna, non a favore: lo ammettono sia i divorziati che i divorzisti. Quanto al rapporto col neoliberismo, una delle migliori garanzie contro il club dei ricchi e la dilagan- te dottrina del «pensiero unico» è proprio la fami- glia fondata sull’amore e sulla reciproca fedeltà del- l’uomo e della donna: solo
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