Missioni Consolata - Aprile 2002

gono incinte? E aborti? «Si dice che ogni 10 ragazze ado- lescenti, 3 o 4 rimangano incinte e di queste la metà abortiscono». Dove abortiscono? «In Perù è proibito abortire. Però ci sono levatrici o medici che si pre- stano. E poi ostetriche e perfino stu- denti di medicina. E le ragazze a- bortiscono in luoghi non adatti e in condizioni terribili». Violenza su violenza? «Sì, violenza su violenza. Il tutto mediato dai soldi. Per esempio, a Villa El Salvador abortire con un medico costa fra 200 e 400 dollari. E poi anche in questo caso i giovani sono soli. Al massimo, si accompa- gnano fra loro, con un’amica o il ra- gazzo». E i genitori dove vivono? In un al- tro mondo? «I genitori sono troppo occupati a ingegnarsi per mettere insieme il pranzo con la cena». Sì, immagino. Ma volevo dire che alla fine gli adolescenti si trovano ad affrontare il mondo da soli. «È così. L’errore è che né i genito- ri né i professori ti parlano di que- ste problematiche e, quando la ses- sualità comincia a svegliarsi, sono solo gli amici che ti consigliano. Gli adolescenti trovano risposte (inade- guate) solo da loro coetanei». C’è omosessualità? «Sì, anche l’omosessualità esiste ed è molto violenta. Pochi giorni fa stavo accompagnando al poliambu- latorio del ministero della Sanità un ragazzo omosessuale adolescente e lui mi raccontava di essere stato vio- lentato a scuola. Ci sono poi casi di abusi in famiglia, nelle feste, duran- te il servizio militare». Sempre violenza. Perché? «La perdita di valori è una delle cause principali. Se vuoi parlare a- gli adolescenti di sessualità, di gra- vidanza, di malattie a trasmissione sessuale, di Aids, devi partire dai va- lori. Soltanto così potrai ottenere ri- sultati». Spiegati meglio... «Amiomodo di vedere non biso- gna fare campagne informative in- centrate esclusivamente su alcuni a- spetti. Non basta uscire nelle strade per ricordare di come ci si protegge dall’Aids. Meno ancora si deve par- lare in senso costrittivo e magari di- re che le ragazze devono arrivare vergini al matrimonio. No, questo non serve. Bisogna i- niziare a parlare degli affetti, biso- gna lavorare sui valori, sul rispetto di se stessi e degli altri, magari con messaggi del tipo : “io mi voglio be- ne, e tu ti vuoi bene?” Prima i valo- ri, poi la sessualità». A l secondo litro di birra la testa cominciava a girare, gli occhi bruciavano per la strana illu- minazione azzurrognola e le parole della signora Isabel si ammassavano in testa, confondendosi con la mu- sica assordante del «Video-Pub». Non volevo creare problemi e, d’al- tra parte, non potevo neanche pen- sare di accendere il registratore in quell’ambiente. Le chiesi: «Verrebbe domani mat- tina a fare colazione con noi per con- tinuare la chiacchierata?». Accettò di buon grado e la matti- na successiva eravamo puntuali alle 10 davanti alla baracca. Ne uscì una signora vestita inmodo elegante, so- briamente truccata, con due grandi occhiali neri che le nascondevano lo sguardo. La signora Isabel (che fi- nalmente potevo vedere bene) era sulla quarantina. Dopo esserci consultati, scegliem- mo un locale verso le spiagge, appe- na sotto la città pre-incaica di Pa- chacamac. Si poteva fare colazione all’aperto, con maiale arrosto e caffè. Insomma, era il locale giusto per chiacchierare indisturbati. Come ha iniziato, signora Isabel? «Come ho iniziato? A 20 anni, nel Botecito (postribolo legale nel Cal- lao, porto di Lima, ndr ). Fu a causa di un incidente. Dove- vo operarmi ad un occhio e mi sta- vano per buttare fuori dal lavoro di centralinista in un ufficio. A causa di questo pericolo, mi misi a lavorare ancora di più, perché avevo già due bambine. Ma un giorno chiesi ad u- na amica che faceva “il lavoro” di portarmi con lei. Un sabato andai con lei e, visto che ero una novellina, mi drogaro- no. Mi dettero delle pastiglie e quel giorno guadagnai come in un mese intero da centralinista. La domeni- ca tornai e guadagnai come tre me- MISSIONI CONSOLATA 59 APRILE 2002

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