Missioni Consolata - Aprile 2002

43 APRILE 2002 CONSOLATA MI SS IONI ...il Forum visto dagli altri «CHE PENA GLI APOSTOLI TERZOMONDISTI» «Tutti i mezzi d’informazione contrappongono sim- bolicamente - anche per la non casuale contempo- raneità - il Forum economico di Manhattan al Fo- rum “no global” di Porto Alegre. In maniera espli- cita o suggerita o sottintesa le simpatie vanno in larga prevalenza a Porto Alegre. Il buonismo - che non costa nulla e piace molto - in- duce a parteggiare per gli apostoli terzomondisti vocianti nelle piazze o in assemblee confusionarie, anziché per governanti, banchieri e miliardari rin- chiusi nei loro santuari ovattati. (...) I capitalisti e il capitalismo hanno trovato (...) un sostegno nelle manifestazioni dei “no global”: così parolaie, in- concludenti e truffaldine , nonostante la loro osten- tata nobiltà d’intenti, da riabilitare ogni cinismo dei possidenti. Il disagio ispirato da questa retori- ca saltellante della povertà diventa disgusto se ci si riferisce alla marea di politici che (...) sanno quanto squinternate e fanfarone siano le pa- role d’ordine dei “no global”. (...) Che pena, per usare un eufemi- smo pietoso». Mario Cervi sul quotidiano « Il Giornale », 2 febbraio 2002 «UN CAPITALE E UNA SPERANZA» «Che “senso” ha, in que- sto tempo convulso (...), il movimento mondiale che ha tenuto l’ultima sua grande convocazione a Porto Alegre all’inizio del 2002? Chi voglia guar- darlo con oggettività deve, intanto, prendere atto di alcuni dati dei quali non è più possibile, dopo tan- ti eventi e tante notizie, continuare a dubitare o, peggio, a negarli. Uno di essi è la ormai assodata profondità storica del movimento. (...) Un altro ele- mento assolutamente caratterizzante è che non sia- mo davanti a un movimento soltanto critico (né men che meno unicamente protestatario) ma, non ces- sando di essere tale, esso è anche intensamente propositivo e costruttivo . (...) Altrettanto brutale, fino ad essere falsificante, la semplificazione di chi pretende ridurre tutto ad un insieme di manifesta- zioni di strada in reazione ad iniziative ufficiali. (...) Il senso vero del movimento è di mettere a tema i problemi della società globale . Da quando (...) la globalizzazione dell’economia, della politica, della cultura (...) ha toccato una nuova misura (...), l’in- treccio dei problemi generati da questo nuovo mo- do di essere (...) della condizione umana, si è fatto più aspro e più difficili le condizioni di soddisfazio- ne degli elementari bisogni di sostentamento ma- teriale, di crescita umana, di pacifica convivenza. (...) La riscossa della società (...) si va componendo appunto attraverso il nuovo movimento globale. (...) Altro che movimento “no-global”! (...) Insomma, c’è in queste associazioni, gruppi, movi- menti, reti minori (...) una responsabilità per l’u- manità che spesso manca di essere altrettanto acu- ta nelle organizzazioni politiche, nelle istituzioni e nella cultura ufficiale. Un capitale e una speranza per il mondo che occorre coltivare con delicatezza e, vorrei dire, tenerezza». Umberto Allegretti su « Rocca », quindicinale edito da Pro Civitate Christiana (Assisi), 1 marzo 2002 «ANCHE PADRE PIO» «Anche Padre Pio, che aveva il dono dell’ubiquità, sarebbe entrato in crisi davanti al programma del secondo Forum sociale mondiale di Porto Alegre (...). D’altra parte, lo slogan scelto (“Un altro mon- do è in costruzione”) non lascia dubbi: i no- global (...) vogliono rifa- re tutto, ma proprio tut- to . (...) I temi messi in discussione dagli antili- beristi sono sterminati. Si va dai “cavalli di bat- taglia”, cioè commercio mondiale, multinazio- nali e debito estero, alla “democratizzazione del- la comunicazione”; dal- l’accesso alla ricchezza alla sostenibilità dello sviluppo; dalla lotta contro le discriminazio- ni fino alla proprietà in- tellettuale, etica e politica, diritto alla salute, que- stioni ambientali, guerra e terrorismo internazio- nale. (...) I maestri del pensiero no-global tentano di artico- lare un’intera visione del mondo anticapitalista. (...) Ma nonostante la “svolta intellettuale” e le ripetu- te assicurazioni di non volere un’altra Genova, re- sta la minaccia dei Black Bloc (...) ». Stefano Filippi sul quotidiano « Il Giornale », 31 gennaio 2002 «SENI NUDI E BLACK BLOC» «A guardarlo prevalentemente o esclusivamente dal punto di vista dello spettacolo , l’“anticonclave” di Porto Alegre batte largamente il “conclave” di New York. Vi si incontrano spalla a spalla, o petto a pet- to, pensosi uomini di Stato - soprattutto in pensio- ne - e lesbiche che inalberano il seno nudo come ar- gomento contro la “globalità”, dai sindacalisti bra- siliani agli anarchici greci, dagli “amici del consumatore” americani di Ralph Nader ai Black Bloc». Alberto Pasolini Zanelli da Washington per il quotidiano « Il Giornale », 2 febbraio 2002

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